domenica 24 marzo 2013

Italy: Love It, or Leave It

anno: 2012       
regia: HOFER, GUSTAV * RAGAZZI, LUCA
genere: documentario
con Gustav Hofer, Luca Ragazzi, Giuseppe Pugliese, Mary Epifania, Carlo Petrini, Lorella Zanardo, Claudia D'Aita, Carla Girasole, Nichi Vendola, Padre Fedele, Ignazio Cutrò, Loredana Simioli, Andrea Camilleri, Francesco Pascale
location: Italia
voto: 7

Con poche eccezioni (Quando c'era Silvio, Parole sante, Videocracy, Il corpo delle donne), gran parte dei documentari andati in sala a partire dalla fine del secolo scorso - pur con tutti i loro meriti divulgativi e politici - tendono a somigliarsi per il registro malmostoso, la critica al sistema politico-economico, la denuncia sui dissesti del Belpaese, la mancanza di lavoro, le aziende che chiudono, la crisi, il malcostume, il grado zero del sapere e della cultura. Sono gli stessi problemi che pone anche Italy: love it or leave it. Il quale, a differenza di film come Il mio paese e Niente paura, possiede ironia e originalità sufficienti a emergere da un panorama piuttosto monocromatico.
A dirigerlo sono Luca Ragazzi e Gustav Hofer, coppia gay - uno romano, l'altro altoatesino - che deve decidere se lasciare Roma con tutte le sue bellezze e le sue storture, oppure trasferirsi a Berlino. Quasi per scommessa, i due si danno sei mesi di tempo, durante i quali, a bordo della loro 500, fanno un andirivieni continuo per la penisola per dare sostanza e risposte ai loro interrogativi. Eccoli allora scoprire il simbolo dell'Italia industriale in piena crisi, con gli stabilimenti Fiat a rischio chiusura; la Bialetti, altra icona di quello stesso Paese, che ha trasferito i suoi stabilimenti in Romania. È solo la minima parte di un florilegio di aberrazioni e orrori del Belpaese: da Rosarno, fucina di forme di schiavitù moderna, alla convention con i figuranti delle manifestazioni pro-Berlusconi, fino a Predappio, città natale di Mussolini, con i nostalgici che non sanno neppure cose sia l'apologia del fascismo, senza dimenticare le cose che oggi ci rendono famosi nel mondo: i cumuli di immondizia e Napoli, la mafia in Sicilia, gli ecomostri (non si sa se ridere o piangere davanti all'esilarante Festival dell'incompiuto siciliano, a Giarre) e il paesaggio deturpato in gran parte del sud (e non solo), le coste divorate dal cemento in Calabria. I due autori riescono però miracolosamente a mantenere un registro ironico e leggero, a rendere avvincente il loro continuo contraddittorio, a infilare con grande tempestività i bellissimi inserti animati e le interviste a Camilleri, a Lorella Zanardo, a Nichi Vendola e all'onnipresente Carlo Petrini, testimoni e analisti della deriva degli italiani.    

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