regia: LEVY, LORRAINE
genere: drammatico
con
Emmanuelle Devos, Pascal Elbé, Jules Sitruk, Mehdi Dehbi, Areen Omari,
Khalifa Natour, Mahmud Shalaby, Diana Zriek, Marie Wisselmann, Bruno
Podalydès, Ezra Dagan, Tamar Shem Or, Tomer Offner, Noa Manor, Shira
Naor, Jill Ben David, Yuval Rozman, Lana Attinger, Loai Nofi, Majd
Bitar, Nir Avrashi, Shir Friebach, Beni Eldar, Ori Lachmi, Natan Yadlin,
Samantha Amouyal, Oum Abed, Michel Taroni, Keppa, Zaki Mevorach
location: Cisgiordania, Israele, Palestinavoto: 6
L'idea di partenza è plausibile e accattivante: durante un bombardamento su Haifa, i dirigenti dell'ospedale dove sono appena nati due bambini - uno israeliano, l'altro palestinese - sono costretti a ordinare una rapidissima evacuazione. Diciotto anni dopo, per caso, una delle due famiglie scopre che il loro figlio (Sitruk) non è davvero loro: durante lo sfollamento il neonato fu scambiato con un altro. Dirlo? Non dirlo al diretto interessato? Il dubbio dura poco e le due famiglie, in un estenuante andirivieni oltre cortina, cominciano a frequentarsi, figli compresi, a dispetto della diffidenze dei due padri e della totale recalcitranza del fratello del ragazzo arabo.
Ennesima declinazione del tentativo di riconciliare gli opposti del conflitto arabo-israeliano, il film della regista francese Lorraine Lévy, ebrea non praticante, è una via di mezzo tra Totò le heros e Il giardino di limoni: ritmo serrato, narrazione efficacissima, ma anche molti elementi romanzati e implausibili, qualche didascalia di troppo e un finale decisamente edulcorato che stride soprattutto con la capacità di raccontare - ed è questo il merito principale del film - la pressione sociale esercitata sui due diciottenni, che si fa massima quando al ragazzino ebreo viene detto che l'altro, per ragioni genetiche, è più ebreo di lui, che ha mandato la Torah a memoria.
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