venerdì 1 febbraio 2013

Sei come sei

anno: 2002       
regia: CAPPELLI, MASSIMO * LUCINI, LUCA * PARAGNANI, HERBERT, SIMONE * SCIULLI, GUERINO * TALOTTA, ANSELMO * ZACCARIELLO, ANDREA  
genere: commedia a episodi  
con Luca Zingaretti, Massimo Bellinzoni, Pino Colizzi, Ivano Marescotti, Lucia Poli, Katia Pietrobelli, Maurizio Esposito, Maddalena Maggi, Claudio Santamaria, Ennio Fantastichini, Pietro Sermonti, Anita Caprioli, Michele Venitucci, Giordano De Plano, Monica Sagaria Rossi, Ornella Giusto, Giorgio Colangeli, Stefano Scandaletti, Rolando Ravello, Massimo De Santis, Riccardo De Filippis, Nancy Gorgone  
location: Italia
voto: 5

Sei lungometraggi declinati secondo il numero due, con molti registi esordienti, alcuni dei quali si spera non ricevano altri contributi (in questo caso, 50 milioni di lire a testa) per aggiungere qualcosa alla settima  arte. Si parte benissimo con Appuntamento al buio (di Herbert Simone Paragnani), nel quale Claudio Santamaria è un ladruncolo che viene scambiato per il ragazzo col quale la padrona di casa (Maggi) si è data un appuntamento al buio. Il secondo episodio (Ampio, luminoso, vicino metro) vede in campo Ivano Marescotti e Lucia Poli: i due si contendono un appartamento da visionare a suon di colpi bassi. Nel terzo episodio (Una specie di appuntamento, di Andrea Zaccariello), ambientato negli anni 20 del Novecento, un magistrale Luca Zingaretti si prepara a un viaggio nel tempo dall'interno di una prigione, prendendo accordi col suo compagno di cella (Bellinzoni) che, grazie a un marchingegno escogitato dal compare, si vedrebbe risparmiare la vita sulla sedia elettrica, causa deviazione della corrente. Si parte benissimo ma si conclude tradendo le aspettative. Il quarto episodio (Una seconda occasione, di Anselmo Talotta) mette a confronto un funzionario dell'aldilà (Ravello) con un suicida (il pessimo Stefano Scandaletti): quando il ragazzo arriva alla sua scrivania, il funzionario sbuffa per la troppe carte che dovrà imbrattare, mostrandogli la possibilità di una seconda occasione. Il quinto episodio (L'ospite, di Guerino Sciulli) racconta di un marito che, non riuscendo ad arrivare con sua moglie alla fine del mese, mette quest'ultima a disposizione di qualche "cliente" (Colangeli). Chiusura pessima (Il sorriso di Diana, di Luca Lucini) con un ragno che si invaghisce di Anita Caprioli, inquilina di un appartamento malmesso.
La collocazione degli episodi segue esattamente la loro qualità: si parte benissimo e si finisce davvero molto male per quest'operazione che da riempitivo nelle sale ha finito per diventare un'unica confezione assemblata secondo la logica del numero due.    

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