mercoledì 20 febbraio 2013

Girlfriend in a coma

anno: 2012   
regia: PIRAS, ANNALISA
genere: documentario
con Bill Emmott, Nanni Moretti, Roberto Saviano, Toni Servillo, Sergio Marchionne, Mario Monti, Emma Bonino, Elsa Fornero, Matteo Renzi, Umberto Eco, Lorella Zanardo, Vittorio Colao, John Elkann, Carlo Petrini (II)
location: Italia, Regno Unito
voto: 6


Pensato dall'ex direttore di The economist, Bill Emmott, per il pubblico britannico (ed è per questo che quasi tutti gli intervistati italiani, con accenti più o meno credibili, parlano in inglese e sono sottotitolati), il film diretto da Annalisa Piras arriva in edizione digitale grazie all'iniziativa de L'Espresso, che lo ha messo in vendita in download a 3,99 euro dopo che Giovanna Melandri, non contenta di tutti i danni fatti quando era ministro dei Beni culturali (sic), ne ha vietato la programmazione prevista al Maxxi di Roma, del quale è stata inopinatamente nominata direttrice.
Il perché di tante remore da parte dell'ex ministro rimane un mistero anche a visione conclusa: lo scempio del Paese, raccontato con lo sguardo di chi dell'Italia (la girlfriend del titolo) si dichiara innamorato (lo stesso Emmott, appunto), è visibile a chiunque abbia un minimo di consuetudine con l'informazione e le vicende della cosa pubblica.
Nessuno scoop, dunque, nessuno scandalo: soltanto lo sguardo posato dal di fuori (alla maniera dell'oriundo Erik Gandini in Videocracy) per raccontarci la mala Italia e la buona Italia. La prima, lo sappiamo tutti, è quella del nostro parlamento che prima vota compatto (o quasi) sul caso Ruby e poi appoggia Monti e la riforma Fornero, è quella delle mafie che proliferano anche oltre confine, quella del 164esimo posto nelle classifiche internazionali quanto a rapporto tra debito pubblico e PIL (siamo sotto le Barbados e appena sopra l'Iraq…), della tv spazzatura, dell'uso totalmente maschilista dell'immagine della donna, del lavoro "concesso" in cambio della morte (agghiaccianti i depositi di polvere metallica nelle case ubicate nei dintorni dell'Ilva, a Taranto), del berlusconismo che ha affossato il Paese.
Più impervia e posticcia è l'operazione che va alla ricerca della buona Italia: la si ritrova nell'iniziativa di Don Giacomo a Lamezia Terme, un prete che ha dato una casa a tanti disabili rifiutati dalle famiglie, nella Ferrero, esempio di capitalismo virtuoso, e - udite! udite! - in Eataly e Slow Food, le creature del sedicente egalitarista Carlo Petrini, due lobbies spacciate per democratiche ed ecologiste, in realtà un ricettacolo per sottolineare la stratificazione sociale sulla base dell'accessibilità al cibo di qualità.
Niente di nuovo, dunque. Soltanto un buon rinfresco per la memoria, con qualche testimonianza di prezzemolo Saviano, prezzemolo Travaglio, Nanni Moretti, Umberto Eco, Toni Servillo che interpreta Toni Servillo e la voce di Dante affidata a Roberto Herlitzka ("Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, / ma bordello!"). Film comunque da raccomandare alle giovani generazioni di disimpegnati per farsi un'idea, anche minima, di ciò che esiste intorno a loro, oltre al partner e alla combriccola del sabato sera.    

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