domenica 17 febbraio 2013

Die Hard - Un buon giorno per morire (A Good Day to Die Hard)

anno: 2013       
regia: MOORE, JOHN 
genere: poliesco
con Bruce Willis, Jai Courtney, Sebastian Koch, Mary Elizabeth Winstead, Yuliya Snigir, Radivoje Bukvic, Cole Hauser, Amaury Nolasco, Sergei Kolesnikov, Roman Luknár, Zolee Ganxsta, Péter Takátsy, Pasha D. Lychnikoff, Megalyn Echikunwoke, Melissa Tang, Rico Simonini, Catherine Kresge, April Grace, Cooper Thornton, Jan Gallovic, Péter Kertész, Patrik Vrbovsky, Ferenc Elek, Zhe Lin, Janos Finfera, Boris Vodokov, Aleksandr Komarov, Iván Fenyö, Edit Balázsovits, Nadejda Savcova, Anastassija Makarenko, Scott Michael Campbell, Aldis Hodge, Joe Massingill, Jesse Burch, Justin Smith, Martin Hindy, Attila Árpa, Sergej Onopko, Ivan Mark Orsányi, Iván Kamarás, Zsolt Viczei 
location: Russia, Usa
voto: 3

Cosa non si farebbe per un file. Jack McClane (Courtney) è un agente della CIA con il compito di riuscire a portare Komarov (Koch) incolume a un processo contro un magnate della finanza che si è arricchito creando il disastro di Chernobyl (probabile che gli sceneggiatori si fossero fumati qualche sigaretta all'uranio…). Ma babbo John (Willis) desidera tanto riabbracciare suo figlio, l'agente della CIA appunto, e si mette in mezzo all'operazione. Che si rivela tutta sbagliata, a partire dal file, proprio grazie al fiuto del veterano che riesce così a riconquistare la stima e l'affetto perduti del figlio.
La trama è in effetti un po' più fitta di così e ha anche la pretesa di qualche colpo di scena, talmente telefonato che ci si può sbizzarrire a scommettere cosa accadrà scena dopo scena. Vittoria assicurata. Il tutto, perciò, è funzionale all'azione e alle battutine dalle pretese comiche che neanche i comici scartati da Zelig riuscirebbero a scrivere. Per cui abbiamo, nell'ordine: un inseguimento con un pick up che per fare prima, nel bel mezzo del traffico di Mosca, passa direttamente sopra il tappeto di lamiera della altre automobili; tiro al bersaglio con mitragliatrici che non sforacchiano il nostro eroe neppure di striscio; automobile che sposta il baricentro di un elicottero appendendosi a un'estremità, in modo da spostare l'asse del fuoco. È puro cinema fracassone, tutto decibel ed esplosioni, che pretende di emozionare in proporzione al numero di pallottole sparate, ma che avrebbe già dovuto essere pensionato al quarto episodio (Vivere o morire), dato che qui mostra chiaramente il fondo del barile ormai lucido tanto lo si è grattato. Dimenticavo: la sala accanto era pieno e ho dovuto ripiegare su questo...    

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