lunedì 17 gennaio 2011

Polvere

anno: 2007       
regia: D'EPIRO, MASSIMILIANO * PROIETTI, DANILO 
genere: drammatico 
con Primo Reggiani, Michele Alhaique, Victoria Larchenko, Gaia Bermani Amaral, Francesco Venditti, Giovanni Joe Capalbo, Lola Ponce, Eros Galbiati, Gianmarco Tognazzi, Rita Rusic, Claudio Ammendola, Giorgio Caputo, Araba Dell'Utri, Loris Loddi, Fabio Ferrari
location: Italia       
voto: 4

L'idea di partenza non sarebbe male: un ragazzo (Reggiani) che ha perso il padre per overdose di cocaina vuole girare un documentario sul sordido mondo di quella che una volta era chiamata la droga dei ricchi e che oggi si trova persino nell'urina dei neonati. Per farlo, si porta dietro un pusher (Alhaique) che lo introduce nei più luridi locali romani, tra tossici, prostitute, picchiatori e gente con tanti soldi. Il problema di questo film - che ha atteso oltre due anni per uscire in sala - è che i due registi sono talmente presi dalla loro smania di mettere in scena tutto l'abbecedario del regista emergente, che si scordano di fare il film. Domina una fastidiosa estetica da videoclip, le scene in cui vengono inalate strisce di coca sono girate in tutte le salse possibili e il ritmo, pur serrato e consapevole della lezione hollywoodiana e largamente debitore nei confronti di Quentin Tarantino e Guy Ritchie (impressiona lo somiglianza con Snatch), ripete ossessivamente le stesse situazioni. Il semidocumentarismo che sta dietro al film non è tutto da buttar via e chi volesse farsi un'idea di quel mondo, oggi purtroppo così vicino a noi tutti, avrebbe da dove attingere. Da questo punto di vista Polvere non ci fa mancare nulla: dalla defecazione degli ovuli di coca dei corrieri della droga al moltiplicarsi delle cifre di vendita fino all'addizionarsi dei "tagli" sulla materia prima con ogni genere di additivo e il consumo persino in sacrestia. Ma - preso com'è a dare voce a una volgarità diffusissima tra i consumatori - dice pochissimo sulla cocaina come droga sociale, e quindi accettata, in linea con una tendenza sempre più incontrollata a vivere ritmi forsennati.    

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