sabato 24 ottobre 2009

Baarìa

anno: 2009       
regia: TORNATORE, GIUSEPPE
genere: drammatico
con Francesco Scianna, Margareth Madè, Nicole Grimaudo, Ángela Molina, Lina Sastri, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Gaetano Aronica, Alfio Sorbello, Luigi Lo Cascio, Enrico Lo Verso, Nino Frassica, Laura Chiatti, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Giorgio Faletti, Corrado Fortuna, Paolo Briguglia, Leo Gullotta, Beppe Fiorello, Luigi Maria Burruano, Franco Scaldati, Aldo Baglio, Monica Bellucci, Donatella Finocchiaro, Marcello Mazzarella, Raoul Bova, Gabriele Lavia, Sebastiano Lo Monaco, Tony Sperandeo, Elena Russo, Gisella Marengo, Alessandro Di Carlo, Giovanni Gambino, Davide Viviani, Mariangela Di Cristina, Christian Canzoneri, Giuseppe Garufi, Gaetano Sciortino, Giuseppe Russo (II), Maurizio San Fratello, Valentina Rubino, Desirée Rubino, Anna Faranna, Fabrizio Romano, Gaetano Bruno, Lollo Franco, Marco Iermanò, Adele Tirante, Michele Russo, Lauretana Di Salvo, Gaetano Balistreri, Alessandro Schiavo, Orio Scaduto, Enrico Salimbeni, Ludovico Vitrano, Nino Russo    
location: Italia
voto: 5

Mezzo secolo di storia italiana (tra gli anni '30 e gli anni '80 del Novecento) vista attraverso il prisma di Bagheria, il paese siciliano che ha dato i natali a Peppuccio Tornatore. Protagonista ne è Peppino (Scianna), figlio di pecorari con scarse inclinazioni allo studio, carattere difficile e militanza precoce nelle file del partito comunista, padre di una nidiata di bambini.
Alla domanda di dove sia la trama, questa è la risposta: non c'è. Già, perché il film di Tornatore non è altro che un pastrocchio che assembla l'afflato poetico di Nuovo cinema Paradiso con l'epica di C'era una volta in America, senza avere né il lirismo del primo né il senso di un'epopea del secondo, occhieggiando semmai al lavoro meno riuscito del regista siciliano, Malena. Enfatico, ipertrofico, magniloquente, rutilante, fluviale (quasi tre ore di durata), strillato dalla prima all'ultima scena, servito dalla musica tonitruante e insopportabile di Ennio Morricone, il film ha il suo difetto peggiore nella concezione a sketch. Tornatore, infatti, pur di infilare nell'opera tutti i suoi conterranei, non fa altro che costruire un patchwork di scenette e situazioni, alcune peraltro molto divertenti, a fare da corredo a una trama slabbrata e a uno sfondo storico che chiama in causa la mafia, la politica, le rivolte dei braccianti e una miriade di clichè sulla Trinacria che rendono un pessimo servizio agli isolani. Il tutto al solo scopo di mostrare, ancora una volta, un talento visivo fuori dal comune, di raccontare il proprio personale amarcord attraverso un turbinio di carrellate, scene di massa, dolly, dissolvenze. Come a dire: tutto fumo e niente arrosto.    

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