venerdì 27 aprile 2018

Loro 1

anno: 2018       
regia: SORRENTINO, PAOLO    
genere: biografico    
con Toni Servillo, Riccardo Scamarcio, Elena Sofia Ricci, Fabrizio Bentivoglio, Ricky Memphis, Dario Cantarelli, Kasia Smutniak, Roberto De Francesco, Anna Bonaiuto, Ugo Pagliai, Yann Gael, Duccio Camerini, Elena Cotta, Mattia Sbragia, Iaia Forte, Max Tortora, Roberto Herlitzka, Michela Cescon, Milvia Marigliano, Caroline Tillette, Lorenzo Gioielli, Euridice Axen, Giovanni Esposito, Alice Pagani    
location: Italia
voto: 8,5    

La premessa necessaria è che Loro 1 è il primo tempo di un film che avrebbe potuto essere distribuito in sala in una sola volta, giacché la durata lo concederebbe. E il titolo di questo primo tempo potrebbe essere "Berlusconi e la figa". Benché il protagonista - che vanta già numerosi film (da Il caimano a Belluscone) - si veda soltanto a un'ora dall'inizio, Loro 1 racconta, nella prima parte, i preparativi dell'arrivista Sergio Morra / Gianpaolo Tarantini (Scamarcio) per arrivare alla corte di Berlusconi a suon di mignotte e, nella seconda, i dissapori estivi (nella sua residenza sarda) dello psiconano con la moglie Veronica Lario (Ricci), qui trasformata in una sorta di intellettuale annoiata. A Sorrentino basta alludere: la didascalia arriva solo col personaggio di Noemi Letizia, una delle tante zoccole finite alla corte del cavaliere. Tutti gli altri personaggi hanno nomi di finzione (il Lele Mora di Roberto De Francesco diventa Fabrizio Sala), altri sono una miscela di politici esistenti (l'aedo Sandro Bondi, ex ministro della cultura, e Roberto Formigoni, con le sue camicie, sono impastati nella figura interpretata da Bentivoglio), altri ancora rimangono nel mistero (quello che chiamano dio chi è? Bertolaso? E il personaggio di Anna Bonaiuto? La Santanché?). "Tutto è documentato. Tutto è arbitrario", come recita l'apoftegma di Giorgio Manganelli in apertura del film. Al regista poco importa la distinzione tra fantasia e realtà. Sa che il pubblico conosce quei fatti e sa come interpretarli: gli preme dunque ricostruire ambienti e atmosfere, mostrare la fauna umana nel suo stile di vita pecoreccio, lasciando a quella animale (una pecora che nella prima scena muore assiderata dal condizionatore, un rinoceronte fuggito dallo zoo e una pantegana che gira indisturbata per la capitale, provocando un colossale incidente con un mezzo dell'AMA) la sfera simbolica. E lo fa senza mai giudicare: il suo Berlusconi è un individuo che si qualifica per quello che è, tra mistificazioni, millanteria e una indomabile grandeur. Si obietterà che Toni Servillo gli conferisce una maschera troppo evidente, plastificata: ma cos'è l'originale, allora, rispetto alla copia cinematografica, se non una colossale impalcatura di botulino e trapianti? Quello che vediamo in Loro 1 è il ritratto privato di Berlusconi, con la politica lasciata quasi del tutto sulle quinte e fatta aggallare soltanto quando viene mossa dal pelo pubico femminile. Berlusconi e la figa, appunto, come solo Sorrentino potrebbe fare: regalandoci un'opera d'arte ad ogni inquadratura (merito anche della fotografia sempre straordinaria di Luca Bigazzi), curando scene di gruppo e dialoghi con assoluta maestria e lavorando in maniera superbamente creativa sul sonoro, vero valore aggiunto del film.    

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