regia: MARSH, JAMES
genere: documentario
con Nim Chimpsky, Stephanie LaFarge, Herbert Terrace, Wer LaFarge, Jenny Lee, Laura-Ann Petitto, Bill Tynan, Joyce Butler, Renne Falitz, Bob Ingersoll, Alyce Moore, James Mahoney, Henry Herrmann, Cleveland Amory, Marion Probst, Chris Byrne, Bern Cohen, Reagan Leonard, Anna May Marsh, Mike Lepera, Sarah Sakaan, Dennis Lauricella, Robert J Nesi
location: Usa
voto: 6,5
Negli anni '70 Nim, un cucciolo di scimpanzé, venne strappato dalle braccia della madre e allevato in una famiglia di umani (si fa per dire). La decisione fu il frutto di un progetto scientifico voluto da uno psicologo dell'università di Harvard, deciso a focalizzare il contrasto tra natura e ambiente, favorendo il secondo attraverso lo sviluppo, nella scimmia, del linguaggio dei segni. Sulle prime, tutto sembrò andare per la giusta strada, quando Nim era ancora minuto e inoffensivo. Ma dopo qualche tempo cominciarono ad arrivare le prime avvisaglie della sua natura animale: strappò una guancia alla sua mamma adottiva, diventò incontrollabilmente aggressivo anche durante i giochi e non lo aiutò certo il fatto di essere stato allevato secondo alcuni vizi tipicamente umani, come il fumo di marijuana e l'abuso di alcolici. Sicché il progetto viene accantonato e per Nim ebbe inizio un'interminabile via crucis: dapprima recluso in una gabbia minuscola, quindi sottoposto a ulteriori esperimenti da una specie di Menghele della veterinaria, infine affidato a un'altra famiglia e poi al ranch di un filantropo per equini abusati (sic), nel quale era l'unica scimmia del posto. Morì a 26 anni, dopo essere diventato uno scimpanzé di enormi dimensioni, essersi trasformato in un killer e avere concluso finalmente gli ultimi anni della sua esistenza tra i suoi simili.
Il documentario di James Marsh (già autore di Man on wire) racconta una vicenda tragica sulle mostruosità di cui è capace l'uomo persino in nome della scienza, portando davanti all'obiettivo le testimonianze dei tanti che ebbero a che vedere con il Progetto Nim. Se l'oggetto filmico è del massimo interesse, non altrettanto esemplari sono lo sviluppo narrativo e il montaggio, che assembla un po' troppo alla rinfusa i diversi rivoli del racconto, miscelandoli con moltissime fotografie e riprese di repertorio.
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