regia: COOKE, MATTHEW
genere: documentario
con Woody Harrelson, Susan Sarandon, Eminem, 50 Cent, David Simon, Russell Simmons, Arianna Huffington, Matthew Cooke, Bobby Carlton, Freeway Rick Ross, Pepe, Joe Gilbride, Barry Neal Cooper, Brian O'Dea, Skipp Townsend, Mr. X, Mike Walzman, Jim Gray, R. Gil Kerlikowske, Eric Sterling, Raymond Madden, Keith Crossan, Yolanda Madden, Patrick Reynalds, Alexandra Natapoff, Neil Franklin, Howard Wooldridge, Radley Balko, John E. Harriel Jr.
location: Usa
voto: 7
È concepito come un sardonico gioco a più livelli - da come iniziare facendo il piccolo spacciatore fino a diventare un boss a comando di un cartello - questo documentario dichiaratamente satirico a partire dal titolo, nel quale si dà conto di quanto possa essere redditizio lo smercio di droga non solo per i narcotrafficanti, ma anche per tutto ciò che gravita intorno al mondo della droga, a partire dagli interessi governativi. Il dinamicissimo film realizzato da Matthew Cooke scoperchia i sepolcri imbiancati (dalla cocaina, ma anche la marijuana fa la sua porca figura, essendo il prodotto coltivato più redditizio in USA) facendo ricorso ad alcuni testimonial che sono riusciti a raggiungere cifre da capogiro (parliamo di 1000 dollari all'ora; in alcuni casi di 1 o 2 milioni di dollari al giorno) grazie alla droga, svelando i retroscena più incredibili che vanno dallo spaccio domestico alla corruzione degli agenti federali fino alla manipolazione dei processi. Ma il giocatore più forte in campo non sono i dealer o gli spacciatori: è il governo americano, che prima con Harry Anslinger e quindi con Richard Nixon e Ronald Reagan ha usato il proibizionismo come leva per far girare quattrini smisuratamente a proprio vantaggio (oggi il Governo a stelle e strisce spende 25 miliardi di dollari all'anno per la guerra alla droga, istituendo anche un un'apposita squadra antidroga come la DEA). Risultati? 9 banconote su 10 negli States portano traccia di cocaina mentre il 25% dei detenuti del mondo sono americani (ma solo il 5% della popolazione lo è) e di questi, il 90% sono afroamericani o latini (ma i maggiori consumatori sono i bianchi). Insomma, la droga e il proibizionismo sono - è questa il teorema proposto dal documentario - armi affilatissime per portare la guerra dei ricchi contro i poveri e ribadire una qualche forma di discriminazione anche su base razziale. Non è un caso che l'incremento di carcerazioni sia coinciso proprio con gli anni '70, quando si sono visti i primi segnali dell'offensiva dei ricchi del mondo contro i poveri del mondo. Nel frattempo, l'alcool continua a essere venduto tranquillamente…
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