regia: GUIRAUDIE, ALAIN
genere: erotico
con Pierre Deladonchamps, Christophe Paou, Patrick d'Assumçao, Jérôme Chappatte, Mathieu Vervisch, Gilbert Traina, Emmanuel Daumas, Sébastien Badachaoui, Gilles Guérin, François-Renaud Labarthe, Claude Bellelle, Slawomir Cieminski, Jean-Marie Crémier, Bernard Delavaux, Bernard German, Jean-Michel Giordano, Lucien Lerda, Patrick Marconi, Serge Morgadinho, Eric Piccolotto, Corentin Plas, Renaud Rifflart, Thomas Salles, Nicolas Guimbard, Joël Landaraud
location: Francia
voto: 7
Avete già visto film come Shortbus, Ken Park o Shame? Beh, sappiate che quella è robetta per collegiali di buona famiglia. Qui se non siete gay o non avete le pareti dello stomaco rivestite di piombo troverete cose davvero forti, incursioni esplicite nel porno per omosessuali. Ecco, il film voleva suscitare scandalo e ci è riuscito. Peccato che Alain Guiraudie, premiato a Cannes per la migliore regia, non abbia voluto evitare di ricorrere a qualche ellissi e abbia mostrato di tutto: fellatio, scene di sodomia, masturbazione, genitali maschili ripresi dal basso e puntualmente collocati proprio lì dove andranno i sottotitoli. Elementi non esattamente essenziali al racconto, o almeno non tutti. Peccato perché il film, a parte la sua audacia nell'offrire pubi maschili in dettaglio, ha molto da dire e lo fa ottenendo il massimo risultato con il minimo dei mezzi. Nel sud della Francia, tra il bosco e la spiaggia per nudisti che circondano un lago, alcuni omosessuali si incontrano scambiandosi sesso e neppure una informazione su come si chiamano. L'eros in camporella si consuma in mezzo ai rovi, una botta e via, tra guardoni e gelosie effimere. Franck (Deladonchamps) si invaghisce del bel Michel (Paou) e nel frattempo scambia qualche chiacchiera con un uomo solitario (d'Assumçao), il solo a non presentarsi puntualmente in costume adamitico. Un giorno Franck vede Michel affogare il suo compagno. Partono le indagini della polizia, tutto continua come se nulla fosse e Franck ingaggia una storia passionale, pericolosa e turbolenta con Michel.
Non dirò altro sulla trama, che prende inequivocabilmente una pista gialla. Sul film, invece, va detto che - al di là del gusto di scandalizzare - riesce a ricostruire a tutto tondo e in maniera anche (auto)critica il mondo omosessuale: la fugacità delle relazioni, lo sprezzo per il pericolo a favore dell'appagamento dei bisogni primari a tutti i costi, la miscela di eros e thanatos sempre pronta ad esplodere. E infatti il copione mette in bocca proprio ai due elementi periferici a tutta la vicenda, lo sconosciuto appartato con un passato eterosessuale e l'ispettore di polizia, il punto di vista altro, completando così la tavolozza di colori che raffigura il mondo gay in tutta la sua eterogeneità. Lo stile è asciutto, a tratti straniante, senza musica, con espedienti narrativi circolari (la macchina di Franck, che viene parcheggiata tutti i giorni sotto lo stesso albero) che restituiscono il senso di coazione a ripetere del protagonista. Un'opera che sta tra Cruising, Un altro pianeta e Sotto la sabbia, con l'aggiunta di una dose davvero massiccia di voyeurismo.
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RispondiEliminala prima parte della recensione pare scritta da Giovanardi a quattro mani con la Binetti e padre Amorth.
RispondiEliminala terminologia "tecnica" come sodomia fellatio trasuda giudizi moralizzanti forse sospinti dal disgusto verso gli organi sessuali maschili. forse il giudizio sarebbe stato meno drastico se gli organi sessuali in visione fossero stati quelli femminili.
comunque il film non l'ho visto e mi riservo un giudizio di merito.
A parte che le mani, casomai, sarebbero sei e non quattro (non mi risulta che la Binetti, Giovanardi o padre Amorth abbiano dei moncherini), il giudizio sul film è positivo (4 stellette su 5) e la prolusione avvertiva proprio quelle persone che hanno difficoltà con scene esplicite di sesso (a prescindere di quale sesso si tratti: da lì il confronto con film in cui la stessa scelta stilistica è trattata in una prospettiva eterosessuale). E infatti io il film sono andato a vederlo sapendo benissimo cosa aspettarmi. Il tuo commento è dunque un acclarato caso di pregiudizio sul pregiudizio. Perà è molto divertente. Bravo! (o brava...)
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