giovedì 5 settembre 2013

Carlo!

anno: 2012   
regia: FERZETTI, FABIO * GIAGNI, GIANFRANCO  
genere: documentario  
con Carlo Verdone, Novilia Bernini, Margherita Buy, Inti Carboni, Gianfranco Di Silvestri, Pierfrancesco Favino, Alice Filippi, Ernesto Fioretti, Goffredo Fofi, Claudia Gerini, Marco Giallini, Eleonora Giorgi, Marco Giusti, Filippo La Porta, Francesca Marciano, Laura Morante, Pasquale Plastino, Micaela Ramazzotti, Toni Servillo, Giulia Verdone, Luca Verdone, Paolo Verdone  
location: Italia
voto: 7

Carlo Verdone non è mai stato un gran regista: dai film a sketch degli esordi (Un sacco bello; Bianco, rosso e Verdone), passando per le cadute degli anni '90 (Perdiamoci di vista; Sono pazzo di Iris Blond; Gallo cedrone; C'era un cinese in coma) fino alle ripetizioni di film come Io, loro e Lara, Verdone ha sempre espresso un cinema piuttosto elementare, dove a comandare era lo script. È tuttavia innegabile il talento che ha saputo manifestare con continuità nell'intercettare cliché, caratteri, vezzi e vizi degli italiani, proponendosi come ideale prosecutore di quella galleria di caratteri che, prima di lui, è stata la cifra interpretativa del suo idolo Alberto Sordi.
Nonostante l'evidenza di alcuni suoi limiti, a Carlo!, confidenzialmente, viene tributato questo documentario ideato e diretto dal critico cinematografico Fabio Ferzetti e da Gianfranco Giagni, documentarista e fratello di Riccardo. Grazie a un'abile opera di montaggio e alle testimonianze dei tanti che hanno conosciuto o lavorato con Verdone (ma quelle veramente imperdibili - in mezzo a una ridda di gente spocchiosa e impostata, Morante e Servillo su tutti, e al tono sempre un po' piagnucoloso dello stesso Verdone - sono di Gianfranco Di Silvestri, detto "il professore" e del suo assistente personale) e al puntuale rintocco con spezzoni dei suoi film, il documentario permette di entrare pienamente nel fenomenologia cinematografica del regista romano. Ciò che emerge più di ogni altra cosa è la capacità di "rubare" dalla realtà, la versatilità nell'imitazione, il talento nell'affabulazione, il tutto, va aggiunto, messo a servizio di sceneggiature spesso fragili e bozzettistiche. Il documentario, pur nella sua medietas priva di guizzi, è un saggio di valore, che consente allo spettatore di farsi un'idea compiuta del cinema verdoniano.    

Nessun commento:

Posta un commento