mercoledì 16 settembre 2015

Inside out

anno: 2015       
regia: DOCTER, PETE * DEL CARMEN, RONALDO
genere: animazione
location: Usa
voto: 10

Cosa succede a una ragazzina dodicenne costretta a trasferirsi dal Minnesota a San Francisco perché il padre sta cambiando lavoro? Riescono a raccontarcelo con invenzioni strabilianti, sconfinata poesia e una miriade di trovate geniali quelli della Pixar, che ci fanno letteralmente entrare nella testa della nostra giovane eroina per mostrarci cosa accade nel centro emozionale, dove Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura si alternano alla consolle di comando (una semplificazione della teoria di Ekman, rispetto alla quale mancherebbero sorpresa e disprezzo). È qui che vengono immagazzinati i ricordi base, spediti poi all'esterno, nei giganteschi edifici della memoria a lungo termine, ed è da qui che si vedono le isole della personalità di Riley, la protagonista: quelle della famiglia, dell'onestà, dell'amicizia o della stupideria, rappresentate con impressionante forza simbolica.
Nel Minnesota, Riley ha dovuto lasciare la sua migliore amica, l'hockey del quale è appassionata, la campagna e il giardino di casa e a San Francisco le cose si complicano, fino a farsi davvero difficili quando Gioia e Tristezza vengono casualmente risucchiate dal centro di controllo, gli altri tre combinano disastri sulla postazione di comando e il film si trasforma nell'avventuroso viaggio di Gioia e Tristezza tra pensiero astratto (stupefacenti i rimandi al cubismo e a Flatland di Abbott-Abbott), inconscio e mondo dei sogni. Ma alla fine a raddrizzare la situazione sarà proprio Tristezza, scelta memorabile dello script, che si affranca dall'ottimismo beota di tante produzioni Dysney per ricordarci che l'ingresso nell'adolescenza non è soltanto frivolezza e risatine, ma richiede anche il passaggio per la forca caudina della tristezza, viatico necessario a una maturazione della persona che porterà ad avere una consolle con molti più bottoni.
Lo dico senza fronzoli: non solo Inside out è senza dubbio il miglior film della Pixar (qui siamo oltre gioielli come Up, Monsters & Co. e Toy story), ma è anche il miglior film di tutta la storia d'animazione, Fantasia, La carica dei 101 e Wallace & Gromit compresi, certamente adatto a un pubblico adulto ma probabilmente esilarante anche per i più piccoli, ai quali mancherà giocoforza la miriade di riferimenti simbolici più o meno criptati.    

1 commento:

  1. Non concordo.
    Ad ogni modo, attendo (attendo davvero) le recensioni di «Un piccione seduto su un ramo...» (Andersson) e «È difficile essere un Dio» (German)

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