giovedì 19 dicembre 2013

Giovane e bella (Jeune et Jolie)

anno: 2013       
regia: OZON, FRANÇOIS
genere: erotico
con Marine Vacth, Géraldine Pailhas, Frédéric Pierrot, Fantin Ravat, Johan Leysen, Charlotte Rampling, Nathalie Richard, Djedje Apali, Lucas Prisor, Laurent Delbecque, Jeanne Ruff, Carole Franck, Olivier Desautel, Serge Hefez, Akéla Sari, Nathan N'Diaye, Anne-Elina N'Diaye, Stefano Cassetti, Patrick Bonnel, Gurvan Cloatre, Roland David, Rachel Khan, Caroline Breton, Iliana Zabeth, Charlotte-Victoire Legrain, Jules Gruault, Lilian Minas, Jules Bourbon, Ugo Bokhobza, Anaïs Clergeau, Achille Couderc, Tess Girault de Castilla, Victor Le Dauphin, Coline Mortier, Thaïs Becq de Fouquières, Mathilde Bleu, Victor Boulanger, Rosalie Charrier, Violette Deffontaines, Nassim Gouaini, Paul Hadji Lazaro, François Haueter, Roxane Khodabandehlou, Camille Lemoine, Zoé Lizot, Alice Paulet, Marie Sebillotte, Vincent Silhol, Camille Tilak, Félicie Cazaubon, Pauline Legrand, Tom Le Squer, Thomas Brazete
location: Francia
voto: 7,5

"Non si può essere seri a 17 anni", poetava Rimbaud. E lo sa benissimo Isabelle (Vacth), 17enne dai molti pruriti e dai pochi sentimenti, epitome più in ossa che in carne del nichilismo di un'intera generazione. Persa la verginità senza alcun piacere nella prima delle quattro stagioni che scandiscono rohmerianamente questo racconto di formazione, la ragazza comincia a proporsi come escort d'alto bordo per uomini di tutte le età e ogni genere di fantasia, per poi tornare a casa di mamma (che vive col fratellino e il patrigno) combinata da ragazza della porta accanto. Tutto fila liscio fino a quando non ci scappa il morto, un cardiopatico (il rugosissimo Leysen) per il quale la polizia si mette sulle tracce della ragazza.
Il film della settimana di Ozon (la sua prolificità è tale che tra un po' ci arriveremo…) colloca ancora una volta una ninfetta al centro di uno scenario morboso (era già accaduto con Swimming pool). Nella versione da Bella di giorno aggiornata ai tempi del crollo di qualsiasi coordinata morale, la protagonista sembra essere posseduta da un'avidità finalistica (non spende le enormi somme di denaro accumulate), rispetto alla quale il regista sospende totalmente il giudizio, evitando pistolotti moraleggianti con piglio che rasenta il documentarismo.    

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