regia: SEGRE, ANDREA
genere: drammatico
con Tao Zhao, Rade Serbedzija, Marco Paolini, Roberto Citran, Giuseppe Battiston, Giordano Bacci, Zhong Cheng, Federico Hu, Spartaco Mainardi, Andrea Pennacchi, Sara Perini, Amleto Voltolina, Wang Yuan
location: Italia
voto: 7
Avrebbe forse dovuto intitolarsi Io sono lirico il primo lungometraggio di finzione girato, dopo una serie di documentari, dal regista veneto Andrea Segre. Trasuda infatti poesia a partire dalla didascalia che apre i titoli di testa, un omaggio al poeta cinese QuYuan, e a proseguire con le immagini incantevoli della laguna veneta (fotografate con la consueta perizia da Luca Bigazzi), con la suggestività umida e nebbiosa delle location e con le musiche intimiste di François Couturier. Un tale effluvio di poesia, che in qualche momento cede il passo al manierismo, per raccontare la vicenda di Li (Zhao), operaia tessile costretta a lasciare Roma per spostarsi a Chioggia, un impiego da barista, in attesa che le venga concesso - non dalle autorità italiane, ma dai "colonnelli" cinesi - di riavere con sé avere il figlio di 8 anni. A Chioggia Li conosce Bepi (Serbedzija), un vecchio pescatore di origini slave soprannominato "il poeta", ma la maldicenza dei chioggiotti e il cinico pragmatismo dei cinesi determinano la chiusura coatta di quell'amicizia.
Segre - un dottorato in sociologia e tanta ricerca sul campo - dimostra una chiara competenza nelle storie che racconta, conosce il mondo di cui parla e riesce così a rappresentare benissimo la misantropia serpeggiante di un popolo abituato a convivere con la bruma e con l'acqua che entra nei bar e nelle osterie, come se nulla fosse. Lo stile ellittico, il timone tenuto saldamente nella direzione di attori, tutti ugualmente bravi e credibili, ma anche un certo compiacimento autoriale fanno intravedere una personalità cinematograficamente matura, in attesa delle prossime prove.
Sì, Bello Bello Bello Bello IO SONO LI, lo abbiamo visto tempo fa...
RispondiEliminaInvece volevo suicidarmi all’uscita di quello di Lioret sabato scorso, va bene il dolore, ma santo cielo ce n’è bisogno? E poi sceneggiatura a volte un po’ inconsistente.
Magari riusciamo ad andare a vedere Amelio nei prossimi giorni.
Ciao!