giovedì 13 ottobre 2011

Motel Woodstock (Taking Woodstock)

anno: 2009       
regia: LEE, ANG  
genere: commedia  
con Henry Goodman, Edward Hibbert, Imelda Staunton, Demetri Martin, Emile Hirsch, Paul Dano, Kelli Garner, Clark Middleton, Bette Henritze, Sondra James, Jeffrey Dean Morgan, Christina Kirk, Gail Martino, Lee Wong, Adam LeFevre, Eugene Levy, Andy Prosky, Dan Fogler, Carmel Amit, Zachary Booth, Jennifer Merrill, Ivan Sandomire, Matthew Shear, Darcy Bledsoe, Halley Cianfarini, Jesse Kile, Ashley Middlebrook, Bec Stupak, Gabriel Sunday, Jonathan Groff, Mamie Gummer, Stephen Kunken, Adam Pally, Kevin Sussman, Pippa Pearthree, Skylar Astin, Daniel Eric Gold, Leonard Berdick, Sharon J. Giroux, William B. Ward Jr., Louisa Krause, Spadaque Volcimus, Bill Coelius, Nick Taylor, Michael Izquierdo, Katherine Waterston, Will Janowitz, Jeremy Shamos, Malachy Cleary, Richard Thomas, Sebastian Beacon, Kelly Klein, Garett Ross, Darren Pettie, Andrew Katz, Patrick Cupo, Boris McGiver, Liev Schreiber, Caitlin Fitzgerald, Michael J. Burg, Stefano Da Fre, Taunia Hottman-Hubbard, David Lavine, Michael Zegen, Andrew Zox, Angus Hamilton, Christopher Meier, Richard Phelan McGreal, Casson Rugen, Joseph Ulmer, Harry Zittel, Alyssa May Gold, Gaston Jean-Baptiste, Michael McGinnis, Dan Knobler, Jon Seale, David Wilson Barnes, James Hanlon, Don Puglisi, Kirsten Bach, Kevin Chamberlin, Rachel Morrall, Anthoula Katsimatides, Marjorie Austrian, Kyle Plante, Lew Zucker  
location: Usa
voto: 5,5

Perché affidare a un signore di Taiwan il racconto di uno dei momenti topici della storia culturale americana? Probabilmente perché Ang Lee, uno dei registi più sopravvalutati della storia del cinema, offre sempre garanzie al botteghino.
Motel Woostock racconta come nacque il più famoso festival della storia del rock, quello di Woodstock, quali vicissitudini organizzative ci furono dietro e come si arrivò a quella gigantesca kermesse che in tre giorni di pace, amore e musica raccolse oltre mezzo milione di ragazzi, per lo più hippy, diventata un pezzo di storia d'America. Lee parte bene quando racconta la parabola del piccolo imprenditore locale (Goodman), un 27enne gestore di un motel insieme ai genitori, che nei panni di presidente della camera di commercio prende al balzo la palla per portarsi a casa gente come Janis Joplin e Jimi Hendrix. Se il ritratto della famiglia ebrea emigrata nelle zone rurali degli States funziona, il resto attinge a piene mani dagli stereotipi: gli hippy sono tutti accaniti consumatori di droghe, il teatro d'avanguardia è una buffonata che si rappresenta con provocazioni in costume adamitico, la bisessualità è un dogma, la protesta contro la guerra in Vietnam un'accozzaglia di slogan. Lee porta a casa il pingue compenso col minimo sforzo sindacale, arrivando addirittura a replicare sfacciatamente lo split screen che Michael Wadleigh utilizzò abbondantemente per documentare il festival nell'omonimo film. Dalla sua, un paio di scelte coraggiose: quella di aver puntato su attori poco noti e quella di aver lasciato il concerto sempre fuori campo.    

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