regia: SCORSESE, MARTIN
genere: musicale
con Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood, Charlie Watts, Martin Scorsese, Bill Clinton, Jack White, Buddy Guy, Christina Aguilera, Hillary Rodham Clinton
location: Usa, Regno Unito
voto: 6
Loro sono Mick Jagger, Keith Richards, Ron Wood e Charlie Watts, e il gruppo che formarono negli anni '60 - i Rolling Stones - è tanto famoso da essere assurto a brand con tanto di icona. Lui è Martin Scorsese, uno dei registi più dotati della storia del cinema, che - dopo aver messo a disposizione la sua arte per celebrare la Band di Robbie Robertson (L'ultimo valzer), Bob Dylan (No direction home) e le origini del blues (The blues - Dal Mali al Mississippi) - ribadisce la propria passione per la musica firmando il suo personale tributo alla band britannica. Il concerto ripreso nel 2006 al Beacon Theater di New York si avvale del formidabile occhio del maestro italo-americano (la fotografia è di Robert Richardson), che piazza macchine da presa ovunque (con i membri della band che nicchiano) per mostrarci un concerto come non lo sia era (quasi) mai visto prima. Ma l'operazione da primo della classe sarebbe riuscita a metà se sul palco non ci fossero stati 4 ultrasessantenni che a dispetto degli eccessi di alcol e droga conservano ventri piatti ed energia da vendere. E pensare che in un'intervista del 1966 Mick Jagger manifestava a un giornalista le proprie perplessità circa la possibilità che il gruppo sarebbe potuto durare ancora un anno... E invece eccoli ancora lì, con quelle quattro facce da sgherri, pronti a infilare evergreen come Jumpin' Jack Flash, Start me up e Satisfaction. Certo che, al di là dei miracoli di Scorsese - che non scade mai nell'agiografia - la musica è quello che è: un rock primitivo e ruvido, molto fisico, non adatto ai palati più raffinati. Ma fosse soltanto per godersi le discussioni per le riprese o per la scaletta dei brani tra il regista e la band prima del concerto, o per il montaggio virtuosistico, il film è un boccone prelibato anche per i più scettici. Non fosse altro che per il frammento di intervista in cui un giornalista domanda a Keith Richards: "qual è la domanda che ti viene rivolta più spesso?". E lui: "Quella che mi hai appena fatto".
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