domenica 5 giugno 2011

Passatempo

(da Collateral, di Tommaso Labranca, apparso su FilmTv)


Sono le 21. Questa mattina ho acquistato un cartone animato in dvd a 2,90 euro. Si chiama il piccolo Sammy. È la versione taroccata di Bambi. Nell’era del 3D, l’animazione di questo film appare umiliante. Gli inglesi chiamano i film motion pictures, sottolineando la mobilità delle immagini. Se vedessero questo dvd, andrebbero di corsa a correggere i loro dizionari. La tartaruga, il coniglio, lo scoiattolo, l’orso, l’ape sono tutti disegnati malissimo, quando camminano muovono solo le zampe, quando sono fermi si limitano ad aprire e chiudere gli occhi. Il cartone procede a scatti, per risparmiare sui costi di lavorazione, le animazioni sono ridotte all’osso. In un fotogramma il cerbiatto ha la zampa abbassata, nel successivo l’ha già alzata, senza passaggi intermedi. Tutti si muovono come Zed, l’indimenticato uomo robot della Carrà. Esemplare la scena in cui gli animali, felici per la liberazione di mamma cerva, esultano e ballano su un prato: sono immobili e alzano prussianamente le zampe, ripetendo questa azione almeno una trentina di volte.
Anche i fondali sono all’insegna del risparmio, due fronde per indicare gli alberi, una macchia azzurra per ricordare il lago. La povertà della produzione è la principale causa di tristezza del film, più della storia narrata. Anche se qui, a differenza dell’originale disneyano, la mamma del cerbiatto non muore, ma viene rinchiusa dai cacciatori in un recinto e alla fine viene liberata. Non riesco a provare consolazione perché penso che prima o poi la cerva morirà davvero. Nonostante la copertina e i titoli del menù annunciano le avventure del piccolo Sammy, nel film l’animaletto è una femmina e si chiama Dorina. Purtroppo la pellicola dura solo 25 minuti, così ora non so già più cosa fare. Sono le 21.30. Il doppiaggio del cartone animato è eseguito da una sola signora che muta intonazione per ogni personaggio, ma l’accento resta sempre lo stesso, mi pare emiliano. Controllo sulla copertina e scopro che l’importatore del dvd è di Reggio Emilia. Mi viene in mente che anche nei Paesi dell’Est Europa fanno così: lasciano la colonna sonora originale bassissima e si sente la voce monocorde di un uomo che legge la traduzione. Mi spingo tra i canali più remoti del decoder satellitare e trovo un film con Terence Hill e Bud Spencer doppiato in polacco. I due attori urlano, fanno battute e picchiano. Intanto il lettore polacco dice «uogrsl magghiu dvla uspujina» con lo stesso tono con cui in stazione annunciano il ritardo di un regionale. Sono le 22. Il doppiaggio polacco è soporifero. Spengo la Tv e carico la lavatrice. Si dice di alcune persone stupide che starebbero a guardare la lavatrice in funzione. Sono abbastanza stupido da farlo anche io. Mi inginocchio davanti all’oblò e osservo l’acqua che fluisce nel cestello. L’acqua dissolve lentamente il cubetto di anticalcare e, sotto la sua forza, apre la biancheria appallottolata. Il cestello si mette in moto, compie cinque giri in senso orario, si ferma, compie cinque giri in senso antiorario, si ferma, altri cinque giri in senso orario... Mi fanno male le ginocchia, spengo la lavatrice e vado di là. Sono le 22.20. Nel pomeriggio avevo iniziato a masterizzare dei cd. In una pila ci sono quelli incisi, in un’altra quelli vergini. Li mescolo e cerco di indovinare, soppesandoli, quali sono masterizzati e quali no. Se riesco ad affinare questa capacità percettiva passerò a sentire la differenza di peso tra un cellulare con credito e uno con credito esaurito. Sono le 22.30. Lascio perdere la sfida dei cd perché non ci ho preso nemmeno una volta. Mi stendo sul letto. C’è un silenzio tale che posso sentire i fermenti lattici vivi dello yogurt mentre chiacchierano tra loro in frigo. Aguzzo l’orecchio, ma non capisco molto. Chissà che lingua parlano. Alla fine mi addormento. Non sono impazzito. Sto semplicemente facendo quello che anche voi farete da adesso in poi visto che la stagione televisiva è già finita prima ancora delle scuole e si appresta una raffica di repliche. Lo capiamo, lo sforzo è stato immenso. Adesso gli autori, stremati, potranno riprendersi con meritate vacanze esotiche da cui torneranno con idee fenomenali. Da Guardi inseriranno la morra. Da Santoro si inventeranno un paio di complotti. Qualcuno tenterà l’inedito e oserà riportare in Tv Emanuele Filiberto. Origliare ciò che si dicono i fermenti lattici nello yogurt alla fine resta la scelta migliore.

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