martedì 5 aprile 2011

Sherlock Holmes

anno: 2009    regia: RITCHIE, GUY 
genere: poliziesco 
con Robert Downey Jr., Jude Law, Rachel McAdams, Mark Strong, Eddie Marsan, Robert Maillet, Geraldine James, Kelly Reilly, William Houston, Hans Matheson, James Fox, William Hope, Clive Russell, Oran Gurel, David Garrick, Kylie Hutchinson, Andrew Brooke, Tom Watt, John Kearney, Sebastian Abineri, Jonathan Gabriel Robbins, James A. Stephens, Terry Taplin, Bronagh Gallagher, Ed Tolputt, Joe Egan, Jefferson Hall, Miles Jupp, Marn Davies, Andrew Greenough, Ned Dennehy, Martin Ewens, Amanda Grace Johnson, James Greene, David Emmings, Ben Cartwright, Chris Sunley, Michael Jenn, Timothy O'Hara, Guy Williams, Peter Miles 
location: Regno Unito       
voto: 6,5

Declinato in tutte le salse possibili, a Sherlock Holmes - la creatura letteraria partorita dalla mente di Sir Arthur Conan Doyle - mancava questa versione parafumettistica che giusto un enfant terribile con Guy Pearce avrebbe potuto partorire. Il film non ha il respiro di una ricostruzione pseudobiografica degna di Pontiggia né l'andamento del poliziesco classico. Piuttosto, traghetta il più noto investigatore privato d'Oltremanica in una spy-story da superoe, mettendo in campo il conflitto dialettico tra la ragione e la metafisica della magia. Ai dioscuri Holmes (Downey Jr.) e Watson (Law), il medico inseparabile, Lord Blackwood (Strong) fornisce un compito piuttosto impegnativo, riuscendo a simulare spettacolari tocchi di magia per far credere alla popolazione londinese, terrorizzata, di avere dei poteri soprannaturali. Ma il fiuto di Holmes riuscirà a smascherarlo.
A suo modo, il film di Ritchie può essere considerato un capolavoro per come traduce sul piano filmico gli stupefacenti processi logico-mentali del protagonista e per la qualità delle riprese, le invenzioni visive, i colori saturi, l'inventiva del racconto avventuroso. Chi ama questi fumettoni scoppiettanti vedrà il film dell'ex marito di Madonna come un ottimo film di genere, a cui va riconosciuta l'innovatività del linguaggio e la capacità di saper rischiare; per chi invece è più attento ai contenuti che alla forma si tratterà solo di un piacevole diversivo.    

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