regia: FORSTER, MARC
genere: spionaggio
con
Daniel Craig, Olga Kurylenko, Mathieu Amalric, Judi Dench,
Giancarlo Giannini, Gemma Arterton, Jeffrey Wright, David Harbour,
Jesper Christensen, Anatole Taubman, Rory Kinnear, Joaquín Cosio,
Jesús Ochoa, Glenn Foster, Paul Ritter, Simon Kassianides, Stana
Katic, Lucrezia Lante della Rovere, Neil Jackson, Tim
Pigott-Smith
location: Haiti, Regno Unitovoto: 4
Un losco faccendiere (Amalric) che ha il suo quartier generale ad Haiti sta trafficando con un dittatore sudamericano destituito e con alcuni imprenditori poco raccomandabili per assicurarsi le risorse d'acqua che cominciano a scarseggiare. James Bond (che per la seconda volta ha la faccia proletaria di Daniel Craig), l'agente segreto 007 al servizio di sua maestà la regina d'Inghilterra, coglie l'occasione della missione assegnatagli da M (Dench) per vendicarsi dell'uccisione della sua fidanzata.
La struttura dei film con James Bond/agente 007, il personaggio partorito dalla fantasia di Ian Fleming, è sempre la stessa: tanta tecnologia, un pizzico di eros, suggestività delle location e adrenalina al massimo. Le differenze tra un film e l'altro vanno colte da altro: il tasso di ironia, la tenuta del plot narrativo, l'efficacia delle scene acrobatiche e delle invenzioni spettacolari. Quantum of solace, affidato alla regia di Marc Forster (Vero come la finzione, Neverland) è uno dei peggiori 007 di sempre: di ironia non c'è traccia, il tasso di erotismo è azzerato, persino la tecnologia - che negli episodi precedenti ci ha abituati ad automobili super accessoriate - è confinata alla scena d'apertura, con un inseguimento mozzafiato sulle alpi italiane. Ma ciò che più colpisce in negativo del 22esimo episodio di 007 è la totale inconsistenza del racconto, che va a parare su una banale giustapposizione di episodi dislocati tra Siena, Haiti, Bregenz (in Austria), la Bolivia, la Russia e ovviamente l'Inghilterra. E ciò a dispetto del fatto che sul copione abbia messo la firma Paul Haggis, uno che non soltanto aveva firmato il precedente Casino Royale, ma che aveva anche sceneggiato con Eastwood Lettere da Iwo Jima e Million Dollar Baby nonché diretto film di buona fattura come Crash e Nella valle di Elah. Un blasone che non è sufficiente a capire - se non a grandi linee - quale sia la trama di questo film noioso, che oltre che per la sequenza iniziale si farà ricordare soltanto per quella dell'inseguimento durante il palio di Siena e per quella in occasione della rappresentazione della Tosca nel teatro di Bregenz.
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