regia: DARDENNE, JEAN-PIERRE * DARDENNE, LUC
genere: drammatico
con
Jérémie Renier, Deborah François, Jeremie Segard, Fabrizio Rongione,
Olivier Gourmet, Stephane Bissot, Mireille Bailly, Anne Gerard, Bernard
Marbaix, Frederic Bodson, Leon Michaux, Samuel De Ryck, Hachemi Haddad,
Olindo Bolzan, Philippe Jeusette, Alao Kasongo, Annette Closset,
Marie-Rose Roland, Sophia Leboutte, Jean-Michel Balthazar
location: Belgiovoto: 8
Bruno (Renier) e Sonia (François) sono una coppia di ventenni sbandati: lui vive di espedienti, furtarelli e scippi, lei è disoccupata ma almeno ha una casa. Hanno avuto un bambino da appena nove giorni quando Bruno, all'insaputa di Sonia, pensa che anche il piccolo possa rientrare tra i suoi espedienti. Decide di venderlo a una coppia sterile ("tanto ne facciamo un altro", si giustifica), fatto che procura a Sonia uno shock tale da farla finire in ospedale. Riottenuto il pargolo, Sonia denuncia Bruno e decide di non vederlo più. Bruno si saprà ravvedere soltanto quando un piccolo ladruncolo che "lavora" per lui viene catturato dalla polizia a causa sua.
Il cinema "morale" dei belgi Dardenne è sempre quello: macchina a spalla a pedinare i personaggi à là Zavattini, storie asciutte che richiamano il cinema di Bresson, iperrealismo e una impressionante capacità di messa in scena che dà allo spettatore la sensazione di assistere alla realtà. Silenzi, costruzione del racconto a tratti in tempo reale, climax narrativo efficacissimo e grande capacità di emozionare sono gli ulteriori addendi di un'opera che ha strameritato la Palma d'oro al Festival di Cannes, sei anni dopo il premio conquistato con Rosetta.
Nessun commento:
Posta un commento