anno: 2009
regia: RICHET, JEAN-FRANCOIS
genere: gangster
con
Vincent Cassel, Ludivine Sagnier, Mathieu Amalric, Gérard Lanvin,
Samuel Le Bihan, Olivier Gourmet, Georges Wilson, Michel Duchaussoy,
Myriam Boyer, Anne Consigny
location: Francia
voto: 7,5
Secondo episodio della biopic dedicata a Jacques Mesrine (Cassel), uno dei più temuti ed efferati criminali di Francia, con scarto netto (in meglio) rispetto all'episodio precedente in questo che è un vero e proprio dittico fluviale della durata di quasi cinque ore.
Tra rapine, rapimenti, amori impossibili e ripetute fughe dal carcere, L'ora della fuga racconta il periodo compreso tra il 1973 e il 1979: l'epoca in cui il criminale, con azioni sempre più azzardate (compresa quella di prendere in ostaggio un magistrato durante un processo in tribunale) e continue strizzatine d'occhio ai suoi fan (Mesrine riusciva a risultare miracolosamente simpatico), fuggì dal carcere di massima sicurezza insieme a un altro pregiudicato (Amalric) seriale per poi costruirsi il personaggio - del tutto fittizio - del criminale rivoluzionario. Ed è proprio questo l'aspetto più interessante che la regia riesce e mettere a fuoco: l'ossessione del protagonista per la fama, la celebrità acquistata sulle prime pagine dei giornali, che lo porterà a un truculento omicidio ai danni di un giornalista di estrema destra che aveva cercato di screditarne "l'onorabilità" sulle pagine del Minute.
Regia secca, da action movie americano, che intervalla efficacemente scene d'azione e racconto biografico con ampi riferimenti al terrorismo europeo degli anni di piombo (vengono chiamati in causa le Brigate Rosse, la Rote Armee Fraktion e l'uccisione di Aldo Moro), con gran senso del ritmo e un Vincent Cassell trasformista che, nonostante tutto, riesce a non divorarsi il film come nell'episodio precedente, lasciando uno spazio intrigante al poliziotto che gli dà la caccia, interpretato da Olivier Gourmet.
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