anno: 2012
regia: KNAPPENBERGER, BRIAN
genere: documentario
con
Anon2World, Anonyops, Julian Assange, Aaron Barr, Barrett Brown, Adrian
Chen, Stanley Cohen, Gabriella Coleman, Joshua Corman, Josh Covelli,
Peter Fein, Mercedes Haefer, Homocarnula, Gregg Housh, Tim Hwang,
Jericho, Steven Levy, Brian Mettenbrink, Quinn Norton, Ryan Singel,
Richard Thieme, Vendetta, Mike Vitale, Mike Vitale, Chris Wysopal,
Commander X, Commander X., Grandmaster Ratté, Deth Veggie
location: Usa
voto: 6
La questione è sempre la stessa: basta fare un documentario che tratti un tema di straordinario interesse per poter dire che si tratta di un lavoro con i fiocchi? Oggi non più. Guardando il grafico riportato di seguito, nel quale in ordinata si trovano le percentuali di documentari che hanno fatto ingresso nelle sale italiane nel sessantennio 1954-2014 sul totale dei film distribuiti dagli esercenti, si vede che c'è stato un balzo notevolissimo a partire grosso modo dal 2005. È dunque legittimo aspettarsi che la qualità dei documentari oggi vada oltre un prodotto genericamente televisivo, puntando su un linguaggio più variopinto e accattivante. Meta che non raggiunge questo Anonymous, firmato da Brian Knappenberger, opera per lo più affidata alle testimonianze - alcune a volto scoperto, altre no - degli hacktivisti finiti in carcere o in attesa di processo per avere colpito bersagli come Paypal, Scientology, Mastercard e altri grossi nomi del potere politico-finanziario americano. Già, gli hacktivisti: crasi tra hacker e attivisti, persone - spesso dei veri e propri nerd - capaci di fare andare in crash siti collaudatissimi per manifestare il loro dissenso da casa, dove magari vivono ancora con i genitori, ma all'occorrenza di riunirsi in piazza con la maschera di Guy Fawkes di V per vendetta. Il documentario ricostruisce le loro sacrosante scorribande informatiche, fornendo allo spettatore meno attrezzato le coordinate per capire il concetto di meme o il rovesciamento della logica di social network con casi come quello di 4chan. Paladini del software libero, i ragazzi di Anonymous sono stati gli artefici degli attacchi alla Sony, i fiancheggiatori delle battaglie per Wikileaks e la primavera araba, azioni pagate a prezzo altissimo, con condanne spropositate.
Tutto molto bello, direbbe Pizzul, ma qui non siamo in televisione. Sarà stato il budget, sarà stata la difficoltà a reperire materiali e ad ottenere contatti, fatto stato che Anonymous parla un linguaggio filmico elementare, che va a detrimento della solidità dei contenuti. Un lavoro comunque meritorio.
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