anno: 2018
regia: MICCICHE', FRANCESCO
genere: biografico
con Sergio Castellitto, Valentina Romani, Andrea Arcangeli, Sara Cardinaletti, Filippo Tirabassi, Pierluigi Corallo
location: Italia
voto: 4
Quale abisso c'è tra il Gaber che nel 1980 cantava "Io se fossi Dio, quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio, c'avrei ancora il coraggio di continuare a dire che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia Cristiana è il responsabile maggiore di trent'anni di cancrena italiana" e il santino andato in onda sulla rete ammiraglia della Rai, a 40 anni esatti dall'assassinio dello statista da parte delle BR. Il film di Micciché che ne traccia il meno noto contorno accademico è un prodotto televisivo di docu-fiction nel quale si alternano immagini di repertorio e testimonianze con ricostruzioni di finzione. Se le prime, affidate a quattro ex studenti universitari di Aldo Moro - professore di diritto alla Sapienza - hanno una loro ragione profonda e inedita, le seconde sono a dir poco imbarazzanti. Quattro attori senza arte né parte a giocare il ruolo dei prediletti dal Professor Moro. Tra essi spicca la studentessa antagonista di Lotta Continua (Valentina Romani, che si produce in una recitazione convulsa inascoltabile oltre che inguardabile), che si lascia sedurre dai modi del suo mentore. Il quale, in questo quadretto idilliaco, viene ritratto come un uomo misurato, benevolo, comprensivo, sempre disponibile, persino capace di arrangiare un pranzo per gli studenti che gli fanno un'improvvisata nella sua residenza di Terracina. Inesistente nel racconto di finzione, ma anche discutibilissimo su quello della ricostruzione storica, il film non aggiunge nulla a chi abbia scartabellato un po' di documentazione sul tema (il coinvolgimento dei servizi segreti deviati, della Banda della Magliana, dello I.O.R. o le lettere dal carcere brigatista sono ormai patrimonio comune). Tuttavia, esso cerca una propria prospettiva enfatizzando - nel rapimento del leader democristiano - la colpa di Moro di essersi macchiato con l'idea del compromesso storico, che dispiacque tanto alla sinistra eversiva quanto ai pasdaran della D.C. più conservatrice.
Unica vera nota di merito di questa docu-fiction televisiva sono le immagini di repertorio della zona Belsito-Balduina, base temporanea dei sequestratori, ancora lontana dall'essere sopraffatta dalle automobili. Quanta nostalgia.
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