regia: MUCCINO, GABRIELE
genere: drammatico
con
Stefano Accorsi, Carolina Crescentini, Elena Cucci, Tea Falco,
Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Massimo Ghini, Sabrina
Impacciatore, Gianfelice Imparato, Ivano Marescotti, Giulia Michelini,
Sandra Milo, Giampaolo Morelli, Stefania Sandrelli, Valeria Solarino,
Gian Marco Tognazzi, Christian Marconcini, Elena Minichiello, Renato
Raimondi, Elena Rapisarda, Elisa Visari
location: Italiavoto: 6
È un Muccino a denominazione di origine controllata, un Muccino che spara muccinate all'ennesima potenza quello di A casa tutti bene, che sancisce il benefico (nei limiti del possibile) ritorno in patria dopo la deludentissima parentesi americana. Ancora una volta - come era accaduto ne L'ultimo bacio, in Ricordati di me e in Baciami ancora - Muccino mette alla prova ugola e laringe dei suoi attori, costringendoli a berci, urla e cachinni forsennati, come si conviene al suo cinema tutto sopra le righe, giocato per accumulo di scene madri, erede indegno di Matarazzo.
Per l'occasione, ci troviamo a Ischia, dove babbo Pietro (Marescotti) e mamma Alba (Sandrelli) celebrano le nozze d'oro. A festeggiare con loro ci sono figli e nipoti e tutto sembra andare secondo convenienza finché si mangia e si intonano a squarciagola i motivi degli anni che furono (da Cocciante e Battisti fino a Paolo Conte). Ma il maltempo blocca tutti sull'isola e la convivenza coatta e prolungata di qualche ora scoperchia un vaso di Pandora fatto di dissapori mai appianati, ricatti, tradimenti. E così la festa si trasforma in un'orgia melodrammatica dalla quale emergono le debolezze, le frustrazioni e gli egoismi di tutti, nessuno escluso.
Muccino dirige con consumato mestiere, padroneggiando l'uso della macchina da presa con generosi dolly e movimenti fluidi della macchina da presa, mettendo peraltro il cast nelle condizioni di esprimere una gamma emotiva vastissima (Favino per overacting e Ghini che recita per sottrazione sopra a tutti gli altri). A una forma (quasi) ineccepibile corrisponde tuttavia un copione che ritaglia figure schematiche a un passo dalla caricatura (su tutte, curiosamente proprio quella di Sabrina Impacciatore, qui anche in veste di cosceneggiatrice), riducendo la sostanza a una banale questione di corna.
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