regia: HOWARD, RON
genere: avventura
con Chris
Hemsworth, Benjamin Walker, Cillian Murphy, Tom Holland (II), Ben
Whishaw, Brendan Gleeson, Michelle Fairley, Charlotte Riley, Paul
Anderson, Edward Ashley, Gary Beadle, Sam Keeley, Osy Ikhile, Joseph
Mawle, Frank Dillane, Jordi Mollà, Martin Wilde, Andy Wareham, Jamie
Sives, Donald Sumpter, Morgan Chetcuti, Brooke Dimmock, Luca Tosi, Nick
Tabone, Sarah Counsell, Frans Huber
location: Ecuador, Perù, Usavoto: 7
Dopo avere saccheggiato per decenni l'idea del sequel allo scopo di ribadire i successi al botteghino, dal cilindro dei produttori - a partire dalla fine degli anni '90 - è uscita l'idea del prequel: da quelli horror come Non aprite quella porta - L'inizio, Alien e Insidious 3 - L'inizio, al genere fantastico (Il signore degli anelli, Batman begins, L'alba del pianeta delle scimmie) o avventuroso (Robin Hood). Heart of sea appartiene a quest'ultimo genere ed è anche uno dei più riusciti. Partendo dal romanzo di Nathaniel Philbrick, Ron Howard mette in scena la genesi del racconto autobiografico che, a metà ottocento, l'unico superstite della baleniera Essex (Gleeson) mette a disposizione, non senza recalcitranza, a un giovane Herman Melville (Whishaw), che da lì a breve avrebbe dato alle stampe Mody Dick, il suo capolavoro. È la storia di un capitano di alto lignaggio (Walker), arrogante e alle prime armi, e del suo primo ufficiale (Hemsworth), ambizioso ed esperto uomo di mare di umili natali. Le schermaglie tra i due generano comportamenti imprudenti sicché, passato Capo Horn e lasciato alle spalle l'Atlantico, in pieno Pacifico l'equipaggio viene attaccato da una gigantesco capodoglio bianco, che fa a pezzi la nave e disperde il poco olio di balena raccolto fino a quel momento. Il resto è la storia tragica di un naufragio durato mesi e segnato da ogni difficoltà e dall'abomino del cannibalismo.
Portentosa messa in scena, effetti speciali iperrealisti e altamente spettacolari (peccato che i naufraghi non perdano un solo etto di peso), uso forse eccessivamente spinto del grandangolo a servizio del massimo potenziamento possibile del 3D costituiscono la cifra con la quale Ron Howard licenzia un film d'avventura che risalta i toni dell'epica moderna e getta un occhio alle follie alle quali l'uomo occidentale era disposto pur di assicurarsi profitto e comodità: un contenuto che costituisce il vero valore aggiunto di un blockbuster da brivido, anche se con qualche lungaggine di troppo (specialmente nella prima parte), comunque superiore a opere simili come Master & Commander o L'albatross.
Da ricordare i due precedenti tratti dal celeberrimo rimanzo di Melville: Moby Dick la balena bianca, del 1956, diretto da John Huston e Moby Dick, di Frank Roddam, del 1998: entrambi con la presenza di Gregory Peck.
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