giovedì 18 dicembre 2014

Il ragazzo invisibile

anno: 2014       
regia: SALVATORES, GABRIELE
genere: fantastico
con Ludovico Girardello, Valeria Golino, Fabrizio Bentivoglio, Ksenia Rappoport, Aleksei Guskov, Noa Zatta, Raicho Vasilev, Hristo Jivkov (Christo Jivkov), Assil Kandil, Filippo Valese, Enea Barozzi, Riccardo Gasparini, Vernon Dobtcheff, Vilius Tumalavicius, Vincenzo Zampa, Diana Höbel
location: Italia, Russia
voto: 6

Sono quasi 20 anni, dai tempi di Nirvana, che Salvatores cerca di perseguire una sua strada originale nell'ambito del cinema italiano. Quasi sempre, tuttavia, inciampando nello stesso difetto: il magma caotico dello script. Se da una parte se ne ammira il coraggio e il tentativo di innovazione (dalle prime commedie alla fantascienza di Nirvana, passando per il registro grottesco di Denti, il pulp in una chiave quasi western di Amnèsia, il noir di Quo vadis baby e Come Dio comanda, fino al meta-cinema di Happy family e ai documentari 1960 e Italy in a day), dall'altra si avverte sempre la mancanza di qualcosa, un'incompletezza quasi disturbante e, appunto, caotica, segnata da un gusto sempre meno dissimulato per il citazionismo.
Non fa eccezione questo Il ragazzo invisibile (il debito nei confronti dell'idea di fondo de L'uomo invisibile, film del 1933, è palese), ennesimo racconto di formazione (dopo Io non ho paura ed Educazione siberiana) che parte come una storia di bullismo tra i banchi di scuola, prosegue come un fantasy e si chiude come un racconto distopico su un gruppetto di fanatici che vuole sfruttare il "dono" del piccolo protagonista per utilizzarlo a scopi militari. Il problema è che i cattivi non sanno chi sia il ragazzino con questo dono e il dodicenne protagonista (Girardello) crede di avere ricevuto la capacità di diventare invisibile grazie a un costume di quart'ordine acquistato in occasione della festa di Halloween. Ecco allora arrivare il diluvio a massima entropia dello script: una madre single (Golino) che non è la sua vera madre, un padre cieco e sensitivo (Jivkov) che lo guida da lontano, Chernobyl, le mutazioni genetiche, un losco personaggio che artiglia le menti altrui, il bullo che si sbulla, i ragazzini rapiti, la sottotrama amorosa e chi più ne ha, più ne metta. Un'operazione sprecata, caratterizzata da un uso sorvegliato degli effetti speciali, da una irritante trascuratezza nella direzione degli attori (soprattutto i più piccoli) e da un finale sibillino e pretestuoso che sembra voler indicare la strada per un possibile sequel.    

Nessun commento:

Posta un commento