regia: MALLE, LOUIS
genere: drammatico
con Pierre Blaise, Aurore Clément, Holger Löwenadler, Therese Giehse, Stéphane Bouy, Loumi Iacobesco, René Bouloc, Pierre Decazes, Jean Rougerie, Cécile Ricard, Jacqueline Staup, Ave Ninchi, Pierre Saintons, Gilberte Rivet, Jacques Rispal, Jean Bousquet, Franz Rudnick, Jean-Louis Blum, Claude Marcan, Jean Maurat, Gabriel Cabessut, Mimi Juskiewenski, Albert Tillet, René Thauran
location: Francia
voto: 4
Chiariamolo subito: questo film di Louis Malle è considerato un capolavoro, "una della sue prove migliori" (Maltin), "uno dei migliori risultati di Malle" (Morandini), "il film più magistrale, più perfetto e senza dubbio più importante di tutta l'odierna produzione" (Le Monde). A chi scrive pare che invece il film di Malle abbia molti difetti. La vicenda raccontata - che in un clima surriscaldato come quello post-sessantottino non mancò di sollevare polemiche - è quella di un giovane contadinotto rozzo (come suggerisce anche il fatto stesso di presentarsi prima per cognome e poi per nome, tipico delle classi sociali più incolte), un tonto di mamma al quale piace uccidere gli animali da cacciagione e tirare il collo alle galline, che, nella Francia del 1944 occupata dai nazisti, vorrebbe arruolarsi nella Resistenza. Rifiutato, si trasforma in un collaborazionista. Invaghitosi della coetanea France (Clement), figlia di un sarto ebreo, cercherà di metterla in salvo.
Lo spunto più interessante, seppur discutibile, del film, sta nel mostrare l'appartenenza ideologica come impulso dalle origini più diverse. Ma al di là dei contenuti, la vicenda viene tirata troppo per le lunghe, gli attori - a partire dal protagonista Pierre Blaise, del quale non si sentirà più parlare - inadeguati e, come ha scritto Kezich, se il regista "voleva farci versare una lacrima sulla fucilazione di Lucien ha proprio sbagliato indirizzo".
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