mercoledì 31 luglio 2013

Qualcosa nell'aria (Après mai)

anno: 2012       
regia: ASSAYAS, OLIVIER  
genere: drammatico  
con Clément Métayer, Lola Créton, Felix Armand, Carole Combes, India Menuez, Hugo Conzelmann, Mathias Renou, Léa Rougeron, Martin Loizillon, André Marcon, Johnny Flynn, Dolores Chaplin, Laurent Ramacciotti, Philippe Paimblanc, Alain Gluckstein, Jean-François Ragot, Simon-Pierre Boireau, Lionel Dray, Guillaume Saurrel, Jeanne Candel, Adrien Lamande, Paul Spera, Félix de Givry, Jean Garreau, Louise Chennevière, Jean-Christophe Guenon, Yannick Abiven, Jonathan Danny, Colin Deleau, Noël Nahon, Manuel Mazaudier, Maxime Jullia, Calypso Valois, Roman Kolinka, Blanche Cluzet, Marco Di Giorgo, Anna Gaia Marchioro, Frederico Manfredi, Frederico Formichetti, Sylvain Jacques, Denis Perus, Elisabeth Mazev, Louis Donval, Patrick Bordes, Sylvain Savard, Luc Bricault, Rodney Recor, Matthieu Andreani, David Merlo, Damien Ravnich, Simon Sieger, Thomas Weirich  
location: Francia
voto: 5,5

Il dopo '68, cioè dopo quel maggio francese (Après mai) passato alla storia come la fiammata che ha incendiato la gioventù di mezza Europa. Cosa ne è stato - a una manciata di anni di distanza - delle illusioni, delle idee di rivoluzione, delle aspirazioni ascetiche e artistiche, degli slogan, della controcultura? Prova a raccontarcelo l'ennesimo film riuscito a metà di Olivier Assayas, che rovista a piene mani tra i cliché dell'epoca (siamo nei primissimi anni '70), trasformando quella stagione di formidabile rinnovamento e creatività in uno scontro (a sinistra) di tutti contro tutti: maoisti, trotzkisti, anarchici, comunisti, progressisti anticomunisti. Sulle facce degli adolescenti di quegli anni irripetibili (con un casting da hard discount) sono stampate le velleità che il regista sembra voler suggerire, a cominciare dal fatto che i tanti personaggi sono tutti figli di papà, come se la classe operaia non fosse esistita nemmeno allora (mentre oggi aspira al massimo a un posto nella casa del GF). Il ritmo monocorde, le pochissime invenzioni di sceneggiatura (sorprendentemente premiata a Venezia con l'Osella), l'indugio continuo sulle religioni fai-da-te ante litteram e i baccanali a suon di canne e acidi restituiscono una visione conservatrice, caricaturale e grottesca.
Memorabili le musiche dell'epoca: Nick Drake, Amazing Blondel, Tangerine Dream, Kevin Ayers e Syd Barrett: chi più ne ha più ne metta.    

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