regia: LOACH, KENNETH
genere: drammatico
con Kierston Wareing, Juliet Ellis, Leslaw Zurek, Faruk Pruti, Branko Tomovic, Serge Soric, Radoslaw Kaim, Frank Gilhooley, Raymond Mearns, Steve Lorrigan
location: Regno Unito
voto: 8,5
Angie (Wareing) è una ragazza madre 33enne che ha appena perduto il lavoro. Insieme all'amica Rose (Ellis) decide di mettere in piedi un'agenzia di collocamento e da sfruttata si trasforma in sfruttatrice: i soldi cominciano a entrare in tasca ma la promessa di regolarizzare i lavoratori che quotidianamente si presentano a chiedere un lavoro rimane una bugia bella e buona. Le cose inevitabilmente si complicano quando i lavoratori cominciano a batter cassa e il film a quel punto vira su una trama gialla.
A 70 anni Ken Loach mantiene inalterato il suo impegno nel cinema militante, costantemente dalla parte degli oppressi. Con uno stile asciutto, senza fronzoli né retorica, una regia veloce, una magistrale capacità narrativa, il registadi Riff Raff, Piovono pietre e My name is Joe dirige una sorta di pamphlet anticapitalistico che sfiora il cinema-verità, nel quale aggallano in tutta chiarezza i problemi connessi col precariato, il lavoro flessibile, la globalizzazione. È una guerra tra poveri nella quale i nuovi schiavi sono costretti a una lotta hobbesiana per la sopravvivenza, una lotta che Loach ci racconta evitando le scorciatoie manichee, ma presentandoci personaggi a tutto tondo e una protagonista vitalissima, energica, determinata, spietata eppure capace di imprevedibili slanci di umanità.
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