regia: RAY, BILLY
genere: spionaggio
con Chris
Cooper, Ryan Phillippe, Laura Linney, Caroline Dhavernas, Gary Cole,
Dennis Haysbert, Kathleen Quinlan, Bruce Davison, Jonathan Watton, Tom
Barnett, Catherine Burdon, Scott Gibson, Courtenay J. Stevens, Clare
Stone, Jonathan Keltz, Jonathon Whittaker, Richard Fitzpatrick, Mathew
Lyons, Scott McCulloch, David Frisch, Stan Coles, Mary Jo Deschanel,
Craig Eldridge, Melissa Thomson
location: Usavoto: 7
La falla del titolo originale è quella che Robert Hanssen (Cooper) ha creato per 25 all'interno dell'FBI girando ai russi segreti militari e indicazioni sulle spie americane. Nel 2000 al poco più che ventenne Eric O'Neill (Philippe) - nuova leva dell'FBI assai deciso a fare carriera nel Bureau - viene affidato il compito difficilissimo di incastrare Hanssen, le cui azioni di controspionaggio sono costate un mare di dollari al governo americano. Arruolato ufficialmente come portaborse e con l'indicazione di scovare le perversioni sessuali di Hanssen, O'Neill porta a termine il compito mostrando una formidabile intelligenza.
Dopo lo splendido L'inventore di favole, il regista Bill Ray si conferma autore accorto alla dialettica tra realtà e apparenza nella società americana. Se nell'opera precedente - tratta, come questa, da una storia vera - era la stampa a mostrare le sue falle, qui è addirittura l'agenzia investigativa più famosa del mondo. Non solo l'FBI è assai meno impermeabile di quanto si pensi, ma i suoi agenti somigliano a grigi impiegati ministeriali costretti a vivere in stanze spoglie e corridoi polverosi. Lontanissimo dall'iconografia di 007, il film di Bill Ray spinge sul pedale delle contraddizioni dell'american way of life: il cattolicissimo Hanssen va tutti i giorni a messa ma riprende segretamente i coiti con la moglie per metterli in rete ed è inguaribilmente misogino ("sono gli uomini che devono portare i pantaloni: non abbiamo bisogno di un'altra Hillary Clinton"). Diretto con stile molto classico e privo di fronzoli, affidato alla prova maiuscola di un Chris Copper assai carismatico, Breach è un dramma psicologico mascherato da film spionistico che ricorda il duello in astuzia de Gli insospettabili di Mankiewicz. L'unico neo è l'arruolamento nel casting di un Ryan Philippe che, pur bravo, con quella sua faccia anonima tutta acqua e sapone sembra appena uscito dal set de "I ragazzi del muretto".
Nessun commento:
Posta un commento