venerdì 12 agosto 2005

La caduta (Der untergang)

anno: 2005       
regia: HIRSCHBIEGEL, OLIVER   
genere: storico   
con Bruno Ganz, Alexandra maria Lara, Corinna Harfouch, Ulrich Matthes, Juliane Kohler, Heino Ferch, Christian Berkel, Matthias Habich, Thomas Kretschmann, Michael Mendl, Andre' Hennicke, Ulrich Noethen, Birgit Minichmayr, Rolf Kanies, Justus Von dohnanyi, Dieter Mann, Christian Redl, Gotz Otto, Thomas Limpinsel, Thomas Thieme, Julia Bauer, Gregory Borlein, Laura Borlein, Fabian Busch, Mathias Gnadinger, Donevan Gunia, Gerald alexander Held, Christian Hoening, Dietrich Hollinderbaumer, Karl Kranzkowski, Thorsten Krohn, Ulrike Krumbiegel, Amelie Menges, Aleksandrs Petukhovs, Silke Popp, Bettina Redlich, Heinrich Schmieder, Aleksandr Slastin, Aline Sokar, Charlotte Stoiber, Devid Striesow, Anna Thalbach, Jurgen Tonkel           
location: Germania
voto: 5   

Chiuso nel suo bunker al centro di Berlino, Adolf Hitler (Ganz) vaneggia nella speranza di sovvertire con un colpo di coda l'esito della guerra. È l'aprile del 1945 e il führer, circondato da un codazzo di accoliti fanatici e appoggiato dal fanatismo mistico di Eva Braun, scatena la sua ira verbale contro i presunti "traditori" del suo sogno nazional-socialista, impreca istericamente, propone grottesche strategie militari. Nel frattempo, fuori dal bunker, Berlino è distrutta e i russi sono ormai alle porte. Al fuhrer e alla sua compagna non rimane che abbandonare la scena nella maniera più plateale che consenta loro di evitare la resa: il suicidio.
Il film ha scatenato - e non soltanto in patria - una montagna di critiche, rivolte soprattutto alla presunta umanizzazione di Hitler. In realtà i limiti, piuttosto vistosi, del film sono altri: la sceneggiatura è di tipo televisivo e la regia assente. Così come è azzardata la scelta di percorrere una strada narrativa parallela, nella quale i bambini diventano i protagonisti del dramma della seconda guerra mondiale, con esiti spesso patetici e piagnucolosi. Insomma, un'occasione sprecata, nonostante il solito, immenso Bruno Ganz.    

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