martedì 5 febbraio 2019

Searching for Sugar Man

anno: 2012   
regia: BENDJELLOUL, MALIK    
genere: documentario    
con Sixto Rodriguez, Stephen 'Sugar' Segerman, Dennis Coffey, Mike Theodore, Dan DiMaggio, Jerome Ferretti, Steve Rowland, Willem Möller, Craig Bartholomew Strydom, Ilse Assmann, Steve M. Harris, Robbie Mann, Clarence Avant, Eva Rodriguez, Rodriguez, Regan Rodriguez, Sandra Rodriguez-Kennedy, Rick Emmerson, Rian Malan    
location: Sudafrica, Usa
voto: 6,5    

La storia è di quelle straordinarie: tra il 1970 e il 1972 Sixto Rodriguez, un operaio di origini messicane residente a New York, sfornò due magnifici dischi di stampo dylaniano che non ebbero alcun successo negli Stati Uniti. Caso volle che per un fortuito passaparola quegli album finirono in Sudafrica, dove vennero ristampati e venduti a milioni. I proventi di quelle vendite furono inviati a Clarence Avant - il patron della casa discografica che produsse Cold Fact e Coming from Reality - il quale non ne fece parola col diretto interessato, che - incassato l'insuccesso - riprese la sua vita di carpentiere con grande umiltà. Nel frattempo, in Sudafrica girava voce che l'uomo si fosse dato fuoco sul palco durante un concerto o, in un'altra versione, che si fosse suicidato in quell'occasione con un colpo di pistola alla testa. Ci volle tutta la caparbietà di Stephen 'Sugar' Segerman, un negoziante di dischi del Sudafrica, per ricostruire l'intera vicenda e capire come fossero andate le cose. E qui si apre un secondo capitolo ancora più sorprendente del primo, che non può essere raccontato per evitare lo spoiler.
Vincitore del premio Oscar come miglior documentario, Sugar Man è l'omologo di Alla ricerca di Vivian Maier e racconta la storia di un successo arrivato, malgrado tutto, quando Rodriguez era ancora in vita. Il caso e la curiosità sono per ambedue le storie le molle che hanno condotto alla scoperta di capolavori altrimenti sconosciuti, portati alla giusta ribalta in maniera in gran parte accidentale. Ma a Sugar Man difetta un certo schematismo documentaristico (quasi tutto imperniato su immagini di repertorio e interviste), mentre infastidisce vedere nel 1998 una popolazione totalmente bianca assistere a un concerto, a 4 anni dalla vittoria elettorale di Nelson Mandela.
Nota a margine: confidiamo che qualcuno prima o poi ci racconti anche la straordinaria vicenda di Steve Eliovson, jazzista sudafricano scomparso nel nulla dopo averci lasciato un gioiello rarissimo come Dawn Dance senza averne mai ritirato i proventi.    

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