venerdì 10 agosto 2018

Sangue e cemento

anno: 2010   
regia: TORELLI, THOMAS    
genere: documentario    
con Paolo Calabresi, Mario Russo, Eleonora Ferrazzi, Daniela Mastrosimini, Vincenzo Perrone, Andrea Petrosino, Daniele Sagnotti, Fabiana Tacente, Pietro Grasso    
location: Italia
voto: 7    

A un anno di distanza dal terribile terremoto de L'Aquila, arriva questo film-inchiesta affidato alla narrazione in video della Jena Paolo Calabresi, che racconta i retroscena di una tragedia ampiamente annunciata, affidandosi  soprattutto alle testimonianze di geologi, vulcanologi e sismologi. Tra queste, centrale è quella di Gaetano De Luca, il fisico che aveva studiato gli smottamenti di quella zona appenninica collocata nel bel mezzo di due faglie e quindi ad altissimo rischio sismico, ma poi mobbizzato ed espulso per le dichiarazioni rilasciate non soltanto prima - quando non sono servite a nulla - ma soprattutto dopo il terremoto. Le colpe, rispetto a una gestione dei movimenti tellurici che - dati alla mano - fa fare ai nostri politici e costruttori una figura pessima rispetto ai giapponesi, è tutta nell'avidità dei costruttori e nella compiacenza dei politici. I primi trovano qualsiasi trucco per abbassare i costi, rendendo sempre più scadente materiale fondamentale come il calcestruzzo e pensino materiali inerti come la sabbia: i secondi retrocedendo di categoria aree appetibili dai primi rispetto al rischio sismico, in modo che queste possano essere edificabili. Camorra e 'ndrangheta fanno il resto. Il risultato? Molti più morti, sfollati ed edifici distrutti di quanti se ne sarebbero contati se non ci fosse stato il piano regolatore del 1975, se i moniti dei sismologi fossero stati ascoltati e se i materiali fossero stati conformi alle normative, e non diluiti con acqua salmastra. Il documentario diretto da Thomas Torelli e prodotto dal collettivo Gruppo Zero - un'associazione di autori, registi e produttori votati a realizzare documentari di inchiesta - è puntualissimo, ben ritmato, pieno di informazioni utili, che hanno un valore al di là del fatto contingente. Tragedie annunciate come quella de L'Aquila si sono verificate e potrebbero verificarsi ancora. Con un solo responsabile: l'uomo e la sua avidità.    

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