lunedì 25 giugno 2018

L'ultimo spettacolo di Pelé

anno: 2018   
regia: AUDISIO, EMANUELA * PATRONO, MATTEO    
genere: documentario    
con Edson Arantes do Nascimento (Pelé), Jimmy McAlister, Tarcisio Burgnich, Steve Hunt, Shep Messing, Darren Julien (Julien’s Auction), Werner Roth, Hunt, Walter Sabatini, Roberto Saviano, Peter Handke, Joe Barone, Rose Ganguzza, Kareem Abdul Jabbar, Bobby Smith, Richard Weisman, Charlie Martinelli, Giorgio Chinaglia, Franz Beckenbauer e con la voce narrante di Giuseppe Cederna    
location: Brasile, Usa
voto: 6    

Nel 1975, a 37 anni, Edson Arantes do Nascimento, il più noto calciatore del mondo meglio conosciuto come Pelé, indossò per la prima volta una casacca diversa da quelle carioca per chiudere la sua prestigiosissima carriera nei Cosmos di New York, la squadra nella quale l'anno successivo sarebbe arrivato anche il laziale Giorgio Chinaglia e più tardi Beckenbauer e Carlos Alberto. Si trattò di un'operazione commerciale che interessava tanto gli americani - determinatissimi a lanciare il soccer nel loro paese attraverso l'espediente del divismo (la personalizzazione delle maglie con il nome, a cui siamo abituati da tempo, è una loro invenzione) - quanto lo stesso Pelé, truffato dai suoi procuratori e ormai paradossalmente in bolletta (cose che capitano, come è accaduto a Leonard Cohen, costretto per lo stesso motivo a macinare dischi e concerti a settant'anni suonati). Fu così che il fuoriclasse brasiliano ricevette un ingaggio da favola: sei milioni di dollari per tre anni ai Cosmos. Una fortuna indicibile, considerando che O.J. Simpson - lo sportivo più pagato d'America - riceveva un cachet di 700.000 dollari all'anno e che l'allora presidente statunitense Gerald Ford incassava uno stipendio di 200.000 dollari. Fatto sta che l'operazione si rivelò redditizia, sebbene non subito. Il documentario firmato da Emanuela Audisio e Matteo Patrono racconta la breve stagione americana di Pelé con interviste che avrebbero un senso se tra esse non ci fosse l'onnipresente quanto insopportabile Roberto Saviano, chiamato a pontificare (a sproposito) su qualsiasi cosa. Tra un'animazione in bianco e nero che da sola vale la visione del doc e le magie sul campo dell'attempato giocoliere della pelota, scorrono cinquanta minuti ben assemblati.    

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