lunedì 20 luglio 2015

Nymphomaniac vol. II

anno: 2013   
regia: VON TRIER, LARS  
genere: erotico  
con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Christian Slater, Willem Dafoe, Mia Goth, Sophie Kennedy Clark, Michael Pas, Jean-Marc Barr, Udo Kier, Ananya Berg, Morgan Hartley, Andrea Thompson, Tine Burn, Tabea Tarbiat, Janine Romanowski, Lawrence Sheldon, Ivan Pecnik, Jonathan Sawdon, Christopher Craig, Jacob Levin-Christensen, Kookie, Shanti Roney, Papou, Nicole Sandweg, Kate Ashfield, Lien Van de Kelder, Laura Christensen, Sarah Soetaert, Sami Loris, Caroline Goodall, Tania Carlin, Christine Urspruch, Daniela Lebang, Omar Shargawi, Marcus Jakovljevic, Conny Dachs, Severin von Hoensbroech, Maja Arsovic  
location: Regno Unito
voto: 8  

Chissà cosa ci avrebbe mostrato Lars Von Trier se nelle sale cinematografiche fosse arrivata la versione originale di Nymphomaniac, ridotta a due episodi di due ore ciascuno dalle 9 ore originali. Già, perché nella seconda parte di questo dittico il regista danese alza la posta. Il racconto della donna (Gainsbourg) soccorsa da un erudito (Skarsgård) che vive la sua ascesi tra i libri si rimpingua di nuovi capitoli nei quali la ricerca forsennata del piacere si fa sempre più estrema, fino a spostarne i limiti sulla soglia dell'anorgasmia, della tortura fisica, delle lacerazioni clitoridee. Ancora più filosofico dell'episodio precedente, con momenti di scrittura altissima che spaziano tra teologia, letteratura e aneddotica da superbo storytelling in un continuo andirivieni tra alto e basso che dalla pittura di Andrej Rublev arriva fino alle pistole di James Bond, il secondo capitolo di questo coraggiosissimo dittico trova una complessa chiave di lettura sulla potenza dirompente della sessualità, analizzando in filigrana le differenze di genere, la repressione della sessualità come espressione del perbenismo borghese, la dialettica tra eros e thanatos, senza mai debordare nella pornografia. Molto "scritto", con meno elementi meta narrativi rispetto a Nymphomaniac volume I e con dialoghi da applausi, al film va anche riconosciuta la potenza drammaturgica, con scene madri dirompenti come quella del gruppo di auto aiuto di donne sessodipendenti, come la digressione sul nodo di Prusik, come il tentativo di tenere a bada gli impulsi sessuali incerottando anche i rubinetti per via della loro forma inevitabilmente fallica, o come il finale che non ti aspetti e che ribadisce il concetto di imprevedibilità dell'eros in un quadro di torbido nichilismo.    

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