domenica 15 marzo 2015

La vita di Adele (La vie d'Adele)

anno: 2013   
regia: KECHICHE, ABDELLATIF
genere: drammatico
con Adèle Exarchopoulos, Léa Seydoux, Salim Kechiouhe, Aurélien Recoing, Catherine Salée, Benjamin Siksou, Mona Walravens, Alma Jodorowski, Jeremie Laheurte, Anne Loiret, Benoit Pilot, Sandor Funtek, Fanny Maurin, Samir Bella, Aurelie Lemanceau, Baya Rehaz, Karim Saidi
location: Francia
voto: 7

Avrebbe potuto intitolarsi "i tormenti della giovane Adele" il film numero cinque del regista franco-tunisino Abdellatif Kechiche, ancora una volta incentrato su una figura femminile che raccoglie le suggestioni dei film precedenti: l'erotismo (Tutta colpa di Voltaire), l'amicizia (La schivata), il tradimento (Cous Cous), lo stigma (Venere nera). Adele (Exarchopoulos) è una diciottenne all'ultimo anno di liceo. Per il futuro professionale ha le idee chiarissime: vuole fare l'insegnante, e ci riuscirà. Riguardo alla sua identità sessuale, le idee sono assai più confuse: dapprima ingaggia una relazione di facciata con un coetaneo ma dopo pochissimo tempo si rende conto di essere attratta dalle donne. Inizia così la sua lunga relazione con Emma (Seydoux), artista stravagante e viziata, diversissima da lei quanto a classe sociale e cultura. L'idillio tra le due termina quando Emma scopre - in una scena dal fortissimo impatto emotivo - che Adele l'ha tradita - guarda un po' - con un collega di scuola.
Il cinema ipertrofico e fluviale di Kechiche si conferma anche con quest'opera premiata a Cannes con il massimo alloro. Dialoghi lunghi, densi e spesso colti alla maniera di Rohmer (vengono citati Marivaux e Sartre) si alternano a dettagli del quotidiano che non risparmiano allo spettatore neppure un minuto (180 in totale). Questa prolissità rappresenta la cifra stilistica di un film che pedina costantemente il corpo e le labbra della protagonista, ci offre il suo respiro, lascia alle scene di amore saffico un tempo e una ricchezza di dettagli inusitati che segnano un capitolo del tutto inedito in quella lunghissima storia della rappresentazione dell'eros al cinema che dal seno scoperto di Hedy Lamarr ci conduce qui a espliciti particolari anatomici (rispetto ai quali le due protagoniste hanno poi aperto una polemica col regista che ricorda la controversia tra Maria Schneider e Bertolucci per Ultimo tango a Parigi). Restituendoci così un ritratto a tutto tondo dell'iniziazione sentimentale della giovane protagonista, peraltro interpretata con stupefacente verismo da Adèle Exarchopoulos, al pari di Léa Seydoux, già ottima interprete di Lourdes e Sister.    

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