domenica 20 aprile 2014

Ken Park

anno: 2002   
regia: CLARK, LARRY * LACHMAN, EDWARD
genere: erotico
con James Ransone, Tiffany Limos, Stephen Jasso, Amanda Plummer, James Bullard, Mike Apaletegui, Adam Chubbuck, Maeve Quinlan, Eddie Daniels, Patricia Place, Wade Williams, Harrison Young, Richard Riehle, Bill Fagerbakke, Shanie Calahan
location: Usa
voto: 7

C'è un padre che tenta di praticare una fellatio (pompino, per il mio amico Leonardo, che altrimenti mi dice che sono un incrocio tra Giovanardi e Padre Amorth) al figlio mentre questo sta dormendo. Ce n'è un altro, vedovo, che ha una simpatica reazione verso il ragazzo della figlia quando trova i due giovani a letto: bisogna pur combattere la concorrenza, soprattutto se tua figlia somiglia così tanto a tua moglie buonanima. Tra un colpettino paterno e una pratico sadomaso, l'immacolata ragazzina si sollazza praticando sesso in batteria. Poi c'è una mamma che, quando il maritino è fuori casa, si fa trastullare dal fidanzatino poco più che adolescente della figlia e poi lo invita anche a pranzo, occasione per giocare alla famiglia felice. Infine c'è un ragazzo che si masturba compulsivamente (che si fa delle gran seghe, per il mio amico Leonardo, che altrimenti mi dice che sono un bacchettone) e che, tra un'operazione onanistica e l'altra, riesce anche a trovare il tempo per massacrare i nonni a coltellate. Bisogna riconoscerglielo: non senza ragioni. Il nonno, infatti, bara a Scarabeo e la nonna lo sostiene in questo comportamento evidentemente scandaloso.
Messa così, Ken Park (dal nome del ragazzino che, nella scena iniziale, si suicida in modo molto teatrale, giusto per dare il buongiorno allo spettatore) potrebbe sembrare uno di quei film concepiti a tavolino per lasciare il pubblico a bocca aperta, tanto grande è la voglia di stupire e tanto generosi sono i particolari anatomici (quasi sempre maschili, per la verità) che vengono elargiti a ogni manciata di minuti a un pubblico ormai vaccinato. E, in effetti, un po' è così. Però al film di Larry Clark e Edward Lachman va riconosciuto di saper scaraventare badilate di sterco (merda, per il mio amico Leonardo che altrimenti dice che sembro un gesuita) sull'ipocrisia borghese della sonnacchiosa provincia americana, producendo così un'opera ad alta tensione che è una sorta di incrocio tra il Bunuel de L'angelo sterminatore, una versione aggiornata de I peccatori di Peyton e il Monteiro più caustico, quello de La commedia di Dio, per intenderci. Astenersi neo-catecumenali e focolarini. E padre Amorth.    

1 commento:

  1. l'amico Leonardo apprezza lo sforzo lessicale e ringrazia per la citazione
    ;)

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