giovedì 6 settembre 2007

Tickets

anno: 2005   
regia: KIAROSTAMI, ABBAS * LOACH, KEN * OLMI, ERMANNO
genere: drammatico
con Valeria Bruni Tedeschi, Carlo Delle Piane, Silvana De Santis, Filippo Trojano, Martin Compston, William Ruane, Gary Maitland, Blerta Cahani, Klajdi Qorraj, Danilo Nigrelli, Marta Mangiucca, Irene Bufo, Roberto Nobile, Mauro Pirovano, Eugenia Costantini, Chiara Gensini, Maria De Los Angeles Parrinello, Viviana Strambelli, Carolina Benvenga
location: Italia
voto: 7

Sulla tratta ferroviararia che da un paese mitteleuropeo porta a Roma, sì passano il testimone della regia tre grandi cineasti. Comincia Olmi (voto: 3/6), raccontando l'amore senile di un professore universitario (Delle Piane) nel contesto del dopo 11 settembre: controlli serrati, sospetti disseminati a caso, diffidenza. Tocca quindi a Kiarostami (voto: 5/6), che firma un episodio magnifico nel quale mette a confronto l'arroganza dell'anziana vedova di un generale con la mitezza di un ragazzo che sta prestando il servizio civile e che finirà per ribellarsi alle angherie della donna. Chiude Loach (voto: 5/6) con i suoi tre tifosi del Celtic, partiti da Glasgow per seguire la loro squadra in una partita contro la Roma. A uno di loro viene rubato il biglietto di viaggio da una famiglia di profughi albanesi. Impietositi dalla vicenda della famiglia, i tre ragazzi saranno persino disposti a finire nella mani della polizia una volta arrivati a destinazione.
Ai tre maestri si potrebbe corrivamente imputare la palese disomogeneità di stile, che è uno dei tratti più vistosi del film: non sarebbe abbastanza per bollare Tickets come una prova opaca. Se da una parte è vero che gli episodi sono cuciti tra loro con un paio di espedienti piuttosto semplici (il cambio alle stazioni e la presenza del controllore), è anche vero che due su tre sono così riusciti da non sfigurare affatto nel confronto con opere più blasonate degli stessi autori. Se Olmi si affida alla recitazione sempre più manierata di Delle Piane, richiamando quel Ti amo Maria che fu un vero delirio narcisistico firmato dallo stesso attore, è anche vero che nel suo episodio non mancano i guizzi del grande cinema autoriale che il regista lombardo sa rappresentare, a cominciare dalla cura dei dettagli. Kiarostami è abilissimo nel costruire un alone di mistero sul rapporto tra i due protagonisti (Silvana De Santis, poi, strappa l'applauso) e Loach firma un episodio assai fresco, mettendo a confronto tre inconsapevoli no-global con i diseredati del terzo millennio.

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