regia: SPIELBERG, STEVEN
genere: storico
con Morgan Freeman, Nigel Hawthorne, Anthony Hopkins, Djimon Hounsou, Matthew McConaughey, Pete Postlethwaite, Anna Paquin, David Paymer, Peter Firth, Harry A. Blackmum, Stellan Skarsgård, Chiwetel Ejiofor, Razaaq Adoti, Tomas Milian
location: Usa
voto:7,5
Il filo israeliano Spielberg, il filo-repubblicano Spielberg, lo Steven Spielberg sostenitore di George W. Bush è lo stesso regista che con Amistad centra miracolosamente il racconto di un episodio della storia americana, quello che costituirà il preludio alla guerra civile legata alla schiavismo.
Tutto ha inizio nel 1839 a bordo della nave spagnola Amistad con l'insurrezione di una cinquantina di schiavi neri trasportati dalla Sierra Leone a Cuba e da qui destinati agli Stati Uniti d'America. Gli uomini si liberano ma raggiunte le sponde del Nuovo Mondo vengono messi di nuovo in catene e processati. L'abilità di un giovane avvocato (McConaughey), la dedizione alla causa di un antischiavista (Freeman), la fervida intelligenza del più carismatico tra gli uomini in catene (Hounsou) riusciranno a superare il primo giudizio d'appello e quindi, grazie anche alla scaltrezza e la facondia dell'ex presidente USA John Quincy Adams (Hopkins), quello della corte suprema, restituendo i neri alla loro libertà.
Pur con qualche lungaggine, Spielberg riesce a raccontare la tragedia della schiavitù con impressionante chiarezza e senza cadere nella trappola del didascalismo. La contesa sulla proprietà della "merce" (gli schiavi) da parte di una regina di Spagna di appena 11 anni (Isabella II), il tradimento degli ideali dei fondatori della patria a cui Adams-Hopkins si richiama in una performance attoriale che mette in ombra tutti gli altri, i fervori cattolico-perbenisti, l'opportunismo del presidente in carica Martin Van Buren, le teorie naturalistiche sull'origine e la legittimità dello schiavismo sono i tasselli usati da Spielberg per ricostruire il mosaico di una tragedia che lascia ancora i suoi strascichi.
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