regia: TORNATORE, GIUSEPPE
genere: noir
con
Ksenia Rappoport, Michele Placido, Claudia Gerini, Piera Degli Esposti,
Alessandro Haber, Clara Dossena, Ángela Molina, Margherita Buy,
Pierfrancesco Favino, Elisa Morucci, Giulia Di Quilio, Pino Calabrese,
Paolo Elmo, Simona Nobili, Nicola Di Pinto, Gisella Marengo, Gabriella
Barbuti
location: Italiavoto: 10
Giunta a Trieste dall'Ucraina, Irena (Rappoport) viene dapprima costretta a battere i marciapiedi, quindi a procreare a ripetizione per fare contenti sia le coppie ricche che vogliono sbrigarsi con le pratiche di adozione scegliendosi anche la madre, sia l'aguzzino "Muffa" (un irriconoscibile Placido), un uomo senza scrupoli e di una malvagità belluina. Stanca di procreare in cambio di pochi soldi e convinta di essersi liberata del suo aguzzino, Irena decide di mettersi sulle tracce della sua ultimogenita. Crede di ritrovarla in Tea, figlia di un'orefice separata dal marito (Gerini). Si fa assumere, diventa una confidente della piccola e, una volta scomparsa la madre e liberatasi definitivamente del suo aguzzino, Irena crede di poter riavere la bambina con sé. Ma la realtà è diversa da come se l'è immaginata e per di più dovrà fare i conti con la giustizia.
Ci sono voluti 6 anni per rivedere il nome di Peppuccio Tornatore in testa ai titoli di un film, dopo il pessimo Malena. Qui il cineasta siciliano non si limita a ribadire la sua netta superiorità tecnica sui colleghi connazionali, ma palesa ance una capacità narrativa impressionante, riuscendo a calibrare il racconto su tre diversi piani narrativi: uno presente, un passato prossimo (la puerpera perennemente incinta) e un passato remoto (Irena innamorata di un ragazzo intenzionato a toglierla dalla strada). Il racconto nerissimo e cupo - con chiare influenze del cinema di Polanski e dell'ultimo Kubrick - evita qualsiasi retorica per rimanere su un piano sempre perfettamente intonato e con più di un momento poetico. Kseniya Rappoport mostra una versatilità impressionante e straordinarie doti recitative, affiancata da un cast di primissimo ordine nel quale è impossibile trovare sbavature. Soltanto la musica di Morricone, a tratti, è sembrata debordante nel tentativo enfatico di accompagnare momenti di tensione che non la richiedevano.
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