venerdì 14 febbraio 1997

Diario di un ladro (Pickpocket)

anno: 1959   
regia: BRESSON, ROBERT
genere: drammatico
con Martin Lasalle, Marika Green, Pierre Leymarie, Jean Pelegri, Dolly Scal,  Kassagi, Pierre Étaix, Cesar Gattegno
location: Francia   
voto: 9

Ispirato da ideali superomistici secondo cui le persone troppo dotate sono anche al di sopra della legge, Michel (La Salle) dà inizio, a Parigi, alla sua carriera di borseggiatore. Dopo essersi messo in società con due complici e avere trovato rifugio in Italia ed in Inghilterra per un breve periodo, Michel viene acciuffato dalla polizia. Vedendo il sole a scacchi pensa al suicidio, ma il nascente amore per Jeanne (Marika Green), una ragazza madre, lo farà desistere dai suoi propositi.
Girato, come di consueto, con uno stile scarno, sobrio, in bianco e nero, privo di qualsiasi ammiccamento alla spettacolarità, senza suscitare alcuna simpatia verso il destino pure amaro di questo personaggio dostoevskijano, Pickpocket riesce ad essere un film di altissima tensione emotiva e morale. Da una parte, infatti, le scene dei furti - che richiesero la collaborazione di un ladro di professione (Kassagi) - sono girate con rara maestria, alternando piani medi e primi piani, ed accompagnate da un montaggio di rigore scientifico. Mentre tutto ciò alimenta, sul piano narrativo, una tensione emotiva fortissima - accentuata dall'algida indifferenza alle proprie azioni del suo protagonista, dal suo sguardo imperturbabile, il suo abbigliamento dimesso e fuori misura - dall'altra si coglie tutta la tensione morale che anima il personaggio. Mosso da un'etica giansenista che privilegia l'ascesi del singolo, il film è anche un viaggio nell'interiorità lacerata del suo protagonista, non a caso raccontata attraverso la lettura dei passi del suo diario. Sulla deriva esistenziale di un ladruncolo, lo stesso Bresson tornerà anni più tardi con L'argent.

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