anno: 2017
regia: RUNGE, BJORN
genere: drammatico
con Glenn
Close, Jonathan Pryce, Christian Slater, Max Irons, Elizabeth McGovern,
Harry Lloyd, Morgane Polanski, Annie Starke
location: Svezia, Usa
voto: 7
Joan (Close) ha sempre vissuto all'ombra di suo marito Joe (Pryce), un uomo del quale si invaghì quando lui era un professore universitario e lei una studentessa. Il talento della donna per la scrittura ha portato avanti per decenni un'impostura esitata addirittura nel premio Nobel a suo marito. È il 1992 e la coppia deve trasferirsi a Stoccolma per ritirare il presitigiosissimo riconoscimento. I due hanno alle costole un giornalista (Slater) intenzionato a scrivere una biografia di Joe. L'aspirante biografo ha confrontato gli scritti giovanili di Joe con quelli della maturità che lo avrebbero poi portato al Nobel e sospetta fortemente che dietro questi ultimi ci sia la mano di sua moglie Joan.
Il gusto per l'intreccio di The wife viene fortemente attenuato dal sapere - fin dal titolo - dove va a parare la vicenda, sicché ogni sforzo della regia per tenere nascoste allo spettatore le reali dinamiche della coppia è pressoché vano. Ciò non toglie che proprio quelle dinamiche sadomasochiste - con la donna costretta a subire le continue scappatelle del marito, oltre che l'umiliazione per un così grande, mancato riconoscimento - siano l'ingrediente più saporito del film (tratto dal romanzo omonimo di Meg Wolitzer), che mette in campo anche il difficile rapporto dello scrittore patriarca con un figlio (Irons) costretto a un ridimensionamento continuo delle sue ambizioni. Da sola, l'interpretazione di Glen Close vale il prezzo del biglietto.
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