mercoledì 13 giugno 2007

K-19

anno: 2002   
regia: BIGELOW, KATHRYN 
genere: dramma catastrofico 
con Harrison Ford, Liam Neeson, Peter Sarsgaard, Joss Ackland, John Shrnapnel, Donald Sumpter, Tim Woodward, Steve Nicolson, Ravil Isyanov, Christian Camargo, George Anton, James Ginty, Lex Shrapnel, Ingvar Eggert Sigurdsson, Sam Spruell, Sam Redford, Shaun Benson, Steve Cumyn, Svetlana Efremova 
location: Russia, Usa   
voto: 6

Nel 1961, durante uno dei momenti più difficili della guerra fredda, il sottomarino nucleare sovietico K-19, orgoglio militare della nazione, avrebbe dovuto raggiungere la costa orientale americana per pareggiare la minaccia atomica con gli Stati Uniti. La rottura del reattore nucleare costrinse il capitano Vostrikov (Ford) e la sua flotta di esperti a trovare soluzioni d'emergenza. Contaminati dalle radiazioni, alcuni uomini perirono immediatamente a ridosso dell'operazione, riuscendo tuttavia a salvare eroicamente le vite dei compagni, a evitare al K-19 di venire consegnato al nemico e al mondo intero di trovarsi davanti al fatto compiuto di una esplosione nucleare.
La più maschile tra le registe, Katryn Bigelow, rispolvera una storia vera quanto gravissima e misconosciuta che avrebbe potuto condurre il pianeta alla catastrofe nucleare se il coraggio di alcuni marinai e la lucida determinazione del capitano fossero venuti meno. Nonostante l'inevitabile abuso di tecnicismi e l'estenuante retorica dell'epoca che si riverbera sui dialoghi, la Bigelow riesce a confezionare un film estremo, interpretato praticamente da soli uomini e in una condizione di totale claustrofobia. Patriottismo a badilate, decisioni difficilissime, rapporti problematici (il capitano è un duro che sembra voler portare i marinai alla rovina e invece...), efficacissimi effetti sonori, esercitazioni a raffica, grande tensione narrativa e le scene terribili della contaminazione nucleare sono i cardini sui quali si snoda un racconto ad alto rischio, risolto brillantemente dalla regista americana che avrebbe ottenuto risultati ancora migliori se fosse riuscita a tenere a bada la musica straripante e gravida di barocchismi di Klaus Badelt.

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