venerdì 19 maggio 2000

Il gladiatore (Gladiator)

anno: 1999   
regia: SCOTT, RIDLEY
genere: storico
con Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Richard Harris, Connie Nielsen, David Hemmings, Oliver Reed, David Schofield, Tomas Arana, Spencer Treat Clark, Tommy Flanagan, Djimon Hounsou, Ralf Moeller, Omid Djalili, Giorgio Cantarini, Chris Kell, John Quinn, Nicholas McGaughey, Giannina Facio, Sven-Ole Thorsen, John Shrapnel, Derek Jacobi
location: Usa   
voto: 10


180 d.C. Conquistati anche i confini settentrionali dell'impero grazie ad una perentoria vittoria ottenuta dal generale Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) sui barbari germanici che ancora opponevano resistenza, l'imperatore-filosofo Marco Aurelio (Richard Harris) - ormai vecchio e stanco - vorrebbe consegnare a lui il potere perché Roma possa tornare una Repubblica. Il figlio Commodo (Joaquin Phoenix) lo uccide, inaugurando così una nuova successione dinastica, e manda a morte Massimo. Quest'ultimo, grazie ad una formidabile prontezza, sfugge alla pena ma finisce nelle provincie romane dove viene "usato" come gladiatore. Da qui le sue gesta lo riportano a Roma come fenomeno da baraccone e la lotta impari con l'imperatore vanitoso, dissoluto e folle si riapre, fino a quando Massimo non riuscirà ad ucciderlo durante un combattimento all'interno del Colosseo.
Capolavoro di enorme potenza spettacolare, il film tratto dalla storia di David Franzoni e sceneggiato dallo stesso autore con John Logan e William Nicholson riporta, dopo alcune prove incerte (L'albatross, Soldato Jane) il regista oriundo inglese sugli allori dei tempi di Alien, I duellanti e Blade runner. Allo spettacolo faraonico, con battaglie e scene di lotta di straordinaria cruenza e indicibile fascino, Scott aggiunge un apologo sulla decadenza dei tempi, sottintendendo in maniera nemmeno troppo implicita la prossimità tra la corruzione della Roma imperiale, che - all'insegna dei panem et circenses - imboniva il popolo e certe società postmoderne. Lo stile è compatto e senza concessioni a patetismi e retorica (esclusa quella propria degli uomini del tempo), incline a romanzare qua e là la vera vicenda (Marco Aurelio sembra che morì di peste; Commodo fu veramente ucciso da un gladiatore durante un combattimento) ma complessivamente fedele alla Storia. Un pagina di grandissimo cinema, un peplum destinato a rimanere nella memoria anche per la prodigiosa interpretazione dell'australiano Crowe.    

1 commento:

  1. Bella opinione, controcorrente, ma che coglie il senso di un film che ho nella lista di presentazione fra i film che prediligo. I piccoli "ritocchi storici" non hanno importanza in quanto siamo in presenza esclusivamente di una storia che è stata ambientata in un preciso periodo della vita di Roma. Un saluto Dedo

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