giovedì 5 gennaio 2006

Tu chiamami Peter (The life & death of Peter Sellers)

anno: 2005   
regia: HOPKINS, STEPHEN 
genere: biografico 
con Geoffrey Rush, Charlize Theron, Emily Watson, John Lithgow, Miriam Margolyes, Peter Vaughan, Sonia Aquino, Stanley Tucci, Stephen Fry, Henry Goodman, Peter Gevisser, David Robb, Edward Tudor-pole, Steve Pemberton, Nigel Havers, Eliza Darby, Heidi Klum, Joseph Long, Sam Dastor, Tom Wu, Kennie Andrews, Richard Ayoade, James Bentley, Osmund Bullock, Kate Burrell, In-sook Chappell, George Cicco, Josh Cole, Charlotte Connoley, Mackenzie Crook, Lance Ellington, Rosie Fellner, Ty Glaser, Kenneth Hadley, Molly Hallam, Mona Hammond, Stephanie Jacob, Julian Littman, Bruce Mackinnon, Nick Maloney, Simon Markey, Gerrard Mcarthur, Martin Mcdougall, Jane Milligan, Markus Napier, Tope Oluwole, Lucy Punch, Grant Russell, Robert Sherman, Alison Steadman, Richard Syms, Tiara Tian, Robert Wilfort, Alan Williams, Vera Zaal 
location: Regno Unito   
voto: 6,5

A 25 dalla scomparsa (1980), Stephen Hopkins celebra - come recita il titolo inglese - la vita e la morte di Peter Sellers, mattatore ai botteghini d'Oltremanica per più di un ventennio, tra gli anni '60 e i '70. I film del genere sono sempre una scommessa: c'è spesso qualcuno pronto a storcere il naso su forzature e omissioni. Del film del regista britannico salta all'occhio la sproporzione tra la dimensione privata e quella professionale dell'attore inglese: c'è molto della prima e - a dispetto della suprema interpretazione di Geoffrey Rush, che di Sellers recupera il ricchissimo repertorio mimico - poco della seconda. Il film suona le trombe sugli eccessi del protagonista, sul suo egocentrismo (quando l'impresario gli dice, a proposito del fatto che Sellers ancora non era noto negli States, che a Duluth non lo conoscono, Sellers risponde "Beh, neanch'io so dov'è Duluth"), sul rapporto patologico con la madre (Margolyes), sulla vita sentimentale sregolata (Sellers ebbe quattro mogli), sulla personalità incontenibile. Dalla parabola artistica di Sellers emergono l'odio per la figura dell'ispettore Clouseau, il difficile rapporto con i registi (come Edwards e Kubrick), l'altalena nei successi (c'è una bella battuta in cui Rush-Sellers dice "Sai come puliscono i cinema? Con i miei film: è molto più facile passare l'aspirapolvere quando le sale sono vuote"), fino alla consacrazione oltreoceano. Insomma, il film ha i suoi limiti, ma Hopkins ha evitato la trappola dell'agiografia con un racconto biografico pieno di humour e inventiva, nonostante la vita di Sellers - morto ad appena 54 anni - appaia come un tormento.    

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