lunedì 17 marzo 1997

Scent of a woman - Profumo di donna

anno: 1992       
regia: BREST, MARTIN  
genere: commedia  
con Al Pacino, Alyson Feldman, Anh Doung, Baxter Harris, Bradley Whitford, Chris O'donnell, David Lansbury, Erika Feldman, Francfes Conroy, Francie Swift, Gabrielle Anwar, Gene Canfield, James t. Cromwell, Jamies Rebhorn, Joseph Palmas, Julian Stein, June Squibb, Leonard Gaines, Mansoor Najeeullah, Margaret Eginton, Matt Smith, Max Stein, Michael Santoro, Michel Simon, Nicholas Sadler, Peter Carew, Philip seymour Hoffman, Richard Venture, Rochelle Oliver, Ron Eldard, Sally Murphy, Todd Louiso, Tom Riis farrell, William Beckwith                
location: Usa
voto: 6  

Per pagarsi la retta universitaria, Charles Simms (O'Donnell), studente di provincia originario dell'Oregon, accetta di fare da attendente al tenente colonnello Frank Slade (Pacino, doppiato magistralmente da Giancarlo Giannini), un burbero benefico rimasto cieco a causa di un gioco da ubriaconi. L'incontro tra i due è soprattutto un confronto tra opposte filosofie di vita, almeno all'apparenza. All'idealismo ingenuo e alla timidezza del primo fanno da contraltare il cinismo callido e la vitalità del secondo, innamoratissimo delle donne (tutte) e delle Ferrari. Ma i due universi si incontreranno e se Charles, durante un viaggio a New York, riuscirà ad evitare il suicidio del graduato, quest'ultimo saprà ricompensarlo con una memorabile arringa quando il giovane viene messo sotto processo dallo "stato maggiore" dell'università che attende vanamente un suo atto delatorio contro altri studenti.
Commedia dal retrogusto aspro e remake con ampie variazioni sul tema imbastito da Risi, Scent of a Woman si fa apprezzare per una sceneggiatura robusta (opera di Bo Goldman, già premiato con l'Oscar per la sceneggiatura dell'eccelso Qualcuno volò sul nido del cuculo), una direzione accorta ed una prova d'attori che offre a Pacino un'occasione suprema per confermare il suo talento ma che mette soprattutto in risalto le qualità di Chris O'Donnell, eccellente nel suo modo di esprimere il disagio e una differenziatissima gamma di emozioni davanti al carisma di Pacino. Una parte della critica italiana, tradendo un visibile campanilismo (il lavoro di Risi, tratto da Il buio e il miele di Giovanni Arpino, con un Gassman in forma smagliante, non doveva essere nemmeno confrontato con quello della coppia Brest-Pacino), ha stigmatizzato il film, che a dispetto di ciò si è guadagnato tre Globi d'oro (miglior film, attore, sceneggiatura) ed è stato candidato a 4 premi Oscar: miglior film, regia, attore, sceneggiatura.    

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