giovedì 9 febbraio 2017

Inferno

anno: 2016       
regia: HOWARD, RON
genere: thriller
con Tom Hanks, Felicity Jones, Irrfan Khan, Omar Sy, Ben Foster, Sidse Babett Knudsen, Ana Ularu, Ida Darvish, Christian Stelluti, Jon Donahue, Xavier Laurent, Mehmet Ergen, Fausto Maria Sciarappa, Cesare Cremonini, Paolo Antonio Simioni, Fortunato Cerlino, Francesca Inaudi    
location: Italia, Turchia, Usa
voto: 3

L'happening tra il regista Ron Howard, l'attore Tom Hanks e lo scrittore Dan Brown arriva al terzo appuntamento da blockbuster, non meno fracassone dei due precedenti. Stavolta la caccia al tesoro non è organizzata né al Louvre, né al Vaticano né tanto meno dalle parti di via Petra.  Siamo invece a Firenze, città dove il protagonista in stato semiconfusionale deve sbrogliare l'intricatissima matassa che dall'Inferno dantesco porta fino a un virus che un tycoon della finanza (Foster) vorrebbe utilizzare per dare una sfoltita all'umanità prima che questa si estingua da sola a causa dei problemi creati dalla sovrappopolazione. Il giochetto è più complicato del previsto, il balordo Paperone va al creatore anzitempo ma alla minaccia virale rimangono interessati a vario titolo anche altri. Esito telefonatissimo in uno dei luoghi più suggestivi di Istanbul (ah, esserci stati…).
Gli ingredienti dei ponderosissimi tomi usati dal fortunato scrittore del New Hampshire sono sempre gli stessi: intreccio arzigogolatissimo, riferimenti "colti" (il virgolettato è d'obbligo) al Medioevo e al Rinascimento italiani, richiami all'arte, misteri da svelare che solo il super esperto professor Langdon (alias Tom Hanks) potrà risolvere.
Dopo Il Codice Da Vinci e Angeli & Demoni, il supertrio tocca tuttavia il suo punto più basso, nonostante la regia sempre molto professionale di Howard riesca a trovare più di una soluzione visiva originale: due ore di azione confusa, dialoghi involontariamente grotteschi (su tutti, il pistolotto sulle sorti dell'umanità nel momento di massima tensione del film), Firenze, Venezia e Istanbul riprese in un modo che più da cartolina non si potrebbe e un product placement insopportabilmente sfacciato.
   

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