venerdì 2 dicembre 2022

Overdose

anno: 2022
regia: OLIVIER MARCHAL
genere: poliziesco
con Sofia Essaïdi, Assaad Bouab, Alberto Ammann
voto: 6,5
location: Francia

Tra la Catalogna e la Francia, alcuni poliziotti attendono di prendere con le mani nel sacco un gruppo di narcotrafficanti senza scrupoli che stanno per scambiare una enorme partita di droga. Tra loro, un infiltrato e un assassino di due bambini di cui le analisi del DNA non hanno ancora rivelato l'identità. L'operazione si rivelerà ben più difficile del previsto e la conta dei morti salirà ora dopo ora.
Dedicato a Jean-Paul Belmondo - da poco scomparso - il film dell'ex poliziotto Olivier Marchal ritrova i fasti di 36 Quai des Orfevres e L'ultima missione con un polar crudo, parecchio contorto nella narrazione e violentissimo, nel quale non si fa alcuno sconto alla sensibilità dello spettatore. Ma il regista francese sa quello che racconta e, pur partendo dalla finzione del romanzo di Pierre Puchairet Mortels trafics, ci procura un'overdose di action tra criminali senza sadici e scrupoli, poliziotti disperati, tossici e puttane, in un'opera dove i sentimenti hanno la durata di un battito d'ali e disperazione e solitudine sono la sola cifra possibile di questa umanità costretta - da una parte o dall'altra - a un contatto costante con lo spettro del Male.

giovedì 9 giugno 2022

Il coraggio di essere Franco

anno: 2022
regia: ANGELO BOZZOLINI
genere: documentario
con Franco Battiato, Alice, Cristina Battiato, Sonia Bergamasco, Giada Colagrande, Marco "Morgan" Castoldi, Willem Dafoe, Antonio Scurati, Giovanni Caccamo, Marco Travaglio, Francesco Messina, Roberto Masotti, Juri Camisasca, Luca Madonia, Carlo Guaitoli, Vittorio Sgarbi, Pino Pischetola, Gianfranco D'Adda, Massimo Stordi, Guidalberto Bormolini, Francesco Cattini, Stefano Senardi, Daniela Sangiorgio, Antonio Ballista, Bruno Tibaldi
location: Italia
voto: 7

A un anno dalla morte di Battiato (Francesco all'anagrafe), il regista Angelo Bozzolini ne ricostruisce la traiettoria artistica e umana con encomiabile rigore filologico. Nel documentario non solo ritroviamo una gran quantità di materiale di repertorio inedito, che restituisce un ritratto sorprendente del grande cantautore catanese, ma anche un superbo found footage (imperdibile la chioma ipertricotica degli anni Settanta e la mise con pantaloni a stelle e strisce). Il film spazia tra gli stenti degli esordi, a suon di smielate canzoncine insipide e la partecipazione a Un disco per l'estate), l'epoca dei grandi successi (a cominciare da La voce del padrone) e la collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro, senza dimenticare la breve, quanto infelice, esperienza come regista cinematografico. Su tutto, però, domina largamente la componente spirituale, presto trasformata in autentica ossessione, ampiamente sottolineata dalle testimonianze di padre Bormolini e del monaco buddista Massimo Stordi. A contribuire a dare voce e consistenza a questo affresco polifonico contribuiscono testimonianze più rilevanti (tra le quali - dispiace ammetterlo - quella di Vittorio Sgarbi, unita a quelle di Alice, Antonio Scurati e Marco Travaglio) e altre decisamente trascurabili (a cominciare da quelle di della nipote Cristina, e a continuare con i deliri di Morgan e le banalità a propulsione termonucleare di Sonia Bergamasco). Il tutto, come un sigillo, chiuso dalla puerile e fastidiosa canzoncina di Morgan sui titoli di coda. Non pervenuta alcuna traccia di vita affettiva nella vita dell'artista di Ionia.


martedì 3 maggio 2022

Io tu noi, Lucio

anno: 2022
regia: GIORGIO VERDELLI
genere: documentario
con Lucio Battisti, Sonia Bergamasco, Renzo Arbore, Mario Arlati, Dario Baldan Bembo, Edoardo Bennato, Mario Biondi, Claudio Bonivento, Claudio Buja, Tony Cicco, Mauro Coruzzi, Colapesce, Giorgio Conte, Franco Daldello, Gianni Dall'Aglio, Antonio Di Martino, Tony Esposito, Nicolò Fabi, Mario Luzzatto Fegiz, Eugenio Finardi, Fernando Fratarcangeli, Ricky Gianco, Cristiano Godano, Daniele Ippolito, Mario Lavezzi, Le Vibrazioni, Canio Loguercio, Massimo Luca, Maurizio Malabruzzi, Mara Maionchi, Roberta Marten, Roby Matano, Ermal Meta, Mogol, Alice Montalbetti, Pietruccio Moltalbetti, Franco Mussida, Gianna Nannini, Massimiliano Pani, Claudio Pascoli, Alberto Radius, Ron, Vasco Rossi, Alberto Salerno, Andrea Sannino, Jack Savoretti, Riccardo Scamarcio, Shel Shapiro, Mauro Spenillo, Vince Tempera, Paola Turci, Majid Valcarenghi, Maurizio Vandelli, Carlo Verdone, Geoff Westley, Franco Zanetti, Donato Zoppo
location: Italia
voto: 5

Una parte non irrilevante della discografia di Lucio Battisti è stata prodotta in assenza del paroliere Mogol. A quest’ultimo, nella fase finale della carriera artistica del musicista di Poggio Bustone, si sostituirono prima la moglie Grazia Letizia Veronese, quindi un funambolo della parola come Pasquale Panella, a cui Mogol (che peraltro rimedia la solita figuraccia dell’avido con la storia dei diritti d’autore) avrebbe a malapena potuto spicciare casa. Se esiste un valore nel documentario che Giorgio Verdelli, specialista del genere, ha dedicato all’autore di capolavori come Il mio canto libero, La collina dei ciliegi e La canzone dl sole, questo sta proprio lì: nell’aver ricordato anche una parte cospicua e importante del canzoniere battistiano. Al di là di questo, il documentario consiste in un assemblaggio scialbo di found footage e testimonianze di gente come Colapesce e Dimartino, cantanti dall’imbarazzante calata vernacolare che non dovrebbero partecipare nemmeno a qualche recital parrocchiale. Il che è un ulteriore motivo di interesse del film, perché ci mostra in quali abissi sia precipitata – a furia di X Factor e amenità del genere – la canzone italiana. Sulla presenza di Sonia Bergamasco, messa lì come voce on a chiosare qualche aneddoto della carriera di Battisti, bisogna stendere il più pietoso dei veli.



lunedì 21 febbraio 2022

Per Lucio

anno: 2021
regia: PIETRO MARCELLO
genere: documentario
con Lucio Dalla, Umberto Righi, Stefano Bonaga
location: Italia
voto: 8 

Attenti alla preposizione: il documentario di Pietro Marcello non è un film su Lucio (Dalla) ma per Lucio Dalla. Con piglio etnografico, una coraggiosissima scelta nelle immagini di repertorio e una selezione delle canzoni che non ammicca mai al lato più commerciale del cantautore bolognese, Marcello dà vita a un ritratto che non ha nulla di agiografico e che scardina completamente i canoni del genere. Niente found footage, niente interviste a una selva di testimoni. Qui - in un dialogo a tavola che è la vera cifra contenutistica del film - troviamo due amici di vecchia data di Dalla: Umberto Righi (Tobia per i più intimi), suo manager storico fin dagli esordi, e Stefano Bonaga, filosofo di grosso calibro e sodale fin dall'infanzia del pirotecnico cantautore. Su questo dialogo a due, che pur decantando il talento di Dalla non fa mistero di certi suoi vezzi (l'acquisto compulsivo di appartamenti, l'inclinazione alla menzogna), si innervano le immagini di film precedenti di Marcello (Il passaggio della linea), che fanno da complemento a canzoni lasciate andare quasi per intero (Il parco della luna). E infatti nel film c'è di musica ce né moltissima, tratta - a ragione - soprattutto dai capolavori che Dalla scrisse col poeta Roberto Roversi. La dedica Per Lucio si fa così estremamente personale, rimarcando le scelte stilistiche che altrove hanno caratterizzato lo stile di Marcello (la fotografia ambrata), con una selezione di brani che lascia spazio al talkin' di È lì, al grammelot de La borsa valori e che fa di Mille miglia prima e seconda un film nel film sull'epoca d'oro delle corse automobilistiche: quella di Varzi, Campari, Borzacchini e Nuvolari. Un film totalmente libero, una testimonianza nient'affatto convenzionale dedicata a un autore che - come si vede in una delle tante, inedite immagini di repertorio - poteva permettersi di parlare da pari a pari con Craxi, Arbasino, Strehler e Ronchey.
Dopo Martin Eden, Pietro Marcello si conferma come uno degli autori più originali e innovativi del nostro cinema.