domenica 7 luglio 2013

Vita di Pi (Life of Pi)

anno: 2012   
regia: LEE, ANG
genere: avventura
con Suraj Sharma, Irrfan Khan, Ayush Tandon, Gautam Belur, Adil Hussain, Tabu, Ayaan Khan, Mohd. Abbas Khaleeli, Vibish Sivakumar, Rafe Spall, Gérard Depardieu, James Saito, Jun Naito, Andrea Di Stefano, Shravanthi Sainath, Elie Alouf, Padmini Ramachandran, T.M. Karthik, Amarendran Ramanan, Hari Mina Bala, Bo-Chieh Wang, I-Chen Ko, Jian-wei Huang, Ravi Natesan, Adyant Balaji, Chirag Agarwal, Ahan André Kamath, Om Kamath, Srilekh Katta, Swati Van Rijswijk, M. Keerthana, Indumohan Poornima, Josephine Nithya B., Samyuktha S., A. Deiva Sundari, G. Vasantakumary, A. Vithya, Mythili Prakash, Raj Patel, Hadiqa Hamid, Iswar Srikumar, Ganesh Keshav
location: India, Messico
voto: 7,5

Infaticabile viaggiatore tra generi e continenti, Ang Lee ci porta a bordo di una sorta di novella Arca citando se stesso, dalla tigre (che campeggiava nel titolo La tigre e il dragone) che darà filo da torcere al protagonista agli agenti atmosferici che ispirarono la trama di Tempesta di ghiaccio. Si parte da un prologo nel quale il protagonista indiano Pi (Sharma), un incriocio tra Robinson Crusoe e Noè, racconta a un giornalista (Spall) la più incredibile delle storie. Partito in nave dall'India alla volta del Canada con tutta la sua famiglia, un fitto equipaggio e tutti gli animali dello zoo che suo padre ha amministrato per anni e che adesso è costretto a chiudere, arrivati nella fossa delle Marianne una tempesta spazza via la nave e Pi rimane a bordo di una scialuppa con una zebra dalla zampa spezzata, una iena e una tigre dallo strambo nome di Richard Parker. I primi due quadrupedi dureranno poco e Pi, tra scarsità di viveri, necessità di piazzarsi su una zattera di fortuna costruita a bordo e attraccata alla scialuppa, intemperie, raffiche di pesci volanti, balene, squali, tentativi di ammaestramento della tigre e tanto altro ancora, raggiunge un'isola sperduta e misteriosa del Pacifico, dalla quale è costretto a scappare prima di mettere nuovamente piede sulla terraferma in Messico. L'epilogo propone una seconda versione della storia, a uso e consumo della compagnia assicurativa giapponese che indaga sul caso.
Tutta le potenzialità narrative ed espressive di Ang Lee confluiscono nell'ora e mezza durante la quale il regista taiwanese riesce a tenerci con il fiato sospeso per sapere come il protagonista abbia evitato una morte che sembrava certa. Se dunque lo spettacolo di pura finzione si avvale di un virtuosismo che compete con altri film di naufraghi (da Prigionieri dell'oceano a Cast away), altrettanto non si può dire del contenuto teistico e a teorema, giocato come una sorta di parabola che passa dalla religiosità panica del protagonista (indù, ma anche cristiano, musulmano e chissà cos'altro ancora) alla convivenza tra esseri apparentemente inconciliabili. Da questo film tratto dal best seller dello scrittore ispano-canadese Yann Martel ci prendiamo il gusto della meraviglia delle incredibili scene in mare, sorvolando sulle banalità onomastiche dei giochi identitari messi in campo con il protagonista (Pi sta per piscina) e la tigre (il cui nome è frutto di uno scambio di documenti tra l'animale e il suo precedente possessore…).
Oscar 2013 per miglior regia, fotografia, colonna sonora ed effetti speciali.    

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